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“Ossessivo con mia figlia, ho paura”, e il giudice separa i fidanzati dopo denuncia della madre di lei

La denuncia della donna è stata accolta dal tribunale di Marsala che ha imposto a tutti e due i ragazzi il braccialetto elettronico. La giovane, 16enne, però ha negato tutto: “Solo qualche battibecco”. Per la Procura in realtà si tratta di una forma di stalking tanto subdola “da non essere riconosciuta nemmeno dalla persona offesa”.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Sedici anni lei, ventuno lui. Una relazione tormentata caratterizzata dalla gelosia morbosa di lui condita da minacce, da insulti e dalla pressione psicologica che il giovane esercita giorno dopo giorno sulla fidanzatina. Una storia sentita già troppe volte, purtroppo anche con epiloghi tragici. Stavolta però la madre della ragazzina è intervenuta presentandosi direttamente al commissariato per denunciare una situazione che era diventata intollerabile. Lo ha fatto proprio nelle ore della scomparsa di Giulia Cecchettin, poi uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta.

"Mia figlia ha una relazione malata, è oppressa dalla gelosia patologica del suo ragazzo. Lui è aggressivo e possessivo, l’ha costretta ad isolarsi dagli amici, la controlla ovunque, pretende di aver mandati video e foto che dimostrino dov’è, spesso la obbliga a saltare la scuola, è entrato persino nel registro elettronico. Mia figlia è totalmente plagiata da lui, lei non lo capisce, ma io ho paura" ha raccontato la donna, originaria di Marsala, separata dal marito e con tre figli.

E il giudice, fa sapere Repubblica, ha deciso di imporre il doppio braccialetto elettronico: non solo per lui, ma anche per lei. Nei confronti del 21enne, addetto alle vendite in un supermercato, è stato imposto anche il divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dalla fidanzata e di contattarla con qualsiasi mezzo.

La 16enne, studentessa di un istituto tecnico, però ha negato tutto: "Noi andiamo d’accordissimo. Sì, ogni tanto abbiamo qualche battibecco ma non come dice mia madre. Ognuno ha i suoi spazi e la sua libertà", ha detto il 20 novembre in commissariato. Ma le indagini e gli accertamenti sul telefono della vittima hanno fatto emergere tutt'altra realtà. Per la Procura, una forma di stalking, tanto subdola "da non essere riconosciuta nemmeno dalla persona offesa".

Da qui la decisione del dispositivo elettronico pure nei confronti della giovane, anche solo per monitorare un eventuale avvicinamento del ragazzo.

La donna siciliana aveva raccontato che la figlia "ha interrotto tutte le sue amicizie, ha cambiato anche modo di vestire: niente più abiti attillati o scollati, solo felpe e maglie larghe. Lui non vuole neanche che mia figlia esca con me: ‘Può fare benissimo shopping online', mi ha detto. Neanche dal cardiologo le ha consentito di andare, perché era un uomo. Ma soprattutto Diana è diventata chiusa e non parla con nessuno. Lui spesso la fa piangere e la insulta violentemente perché in passato ha avuto un altro ragazzo o perché non gli ubbidisce".

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