Ospedale San Camillo di Roma: sospeso il primario di chirurgia d’urgenza Donato Antonellis
L’ospedale San Camillo di Roma è ancora nell’occhio del ciclone: il primario di chirurgia d’urgenza, il dottor Donato Antonellis, è stato sospeso. In seguito alle polemiche sui malati curati per terra, e sulla carenza di posti letto e di personale medico, la procura di Roma ha aperto un’indagine su tutti i pronti soccorso della Capitale. A destare le maggiori perplessità, però, è ancora una volta il San Camillo. Le forze dell’ordine avevano sequestrato, il 2 febbraio scorso, 20 cartelle cliniche del reparto di chirurgia d’urgenza, in seguito ad alcune denunce per lesioni gravi e gravissime. Già nel 2007, con l’arrivo del dottor Antonellis, erano cominciati i guai, poiché giunsero numerose denunce per complicanze da parte di familiari e pazienti. L’anno successivo, le segnalazioni sugli esiti negativi degli interventi spinsero l’ospedale ad effettuare un audit, un’indagine interna, per rilevare eventuali responsabilità del primario Antonellis. La situazione risultò in linea con le statistiche sugli esiti di interventi eseguiti in tutto il mondo, quindi, nel 2011, il dottore venne riconfermato.
Antonellis sospeso – Dall’inizio di febbraio di quest’anno, tuttavia, le segnalazioni circa i cattivi esiti delle operazioni chirurgiche sono ancora numerose. In seguito al ricovero, agli accertamenti e agli interventi chirurgici, i pazienti riscontravano, puntualmente, complicazioni gravissime quali cedimento dei punti di sutura, perforazione di organi, infezioni ed emoraggie. I degenti attraversavano un’esperienza post operatoria assolutamente dolorosa, oltre che imprevista, ed erano stati operati tutti dal primario Donato Antonellis, alla guida del reparto di chirurgia d'urgenza dal 2006. Si aggrava, così, anche la posizione del professor Aldo Morrone, attuale direttore generale dell’ospedale capitolino. In seguito alla pubblicazione delle foto che mostravano i pazienti adagiati su materassi stesi a terra, il dg ha parlato di calunnie, arrivando a parlare di immagini false o ritoccate. Oltre all’emergenza delle strutture fatiscenti, è a rischio anche lo Sportello Donna, gestito da psicologhe impegnate per accogliere le vittime di violenza. La convenzione che permetteva alla struttura di funzionare è scaduta, e, al momento, non vi sono disponibilità economiche necessarie per il rinnovo.