Oseghale condannato all’ergastolo, la mamma di Pamela: “Lotterò perché vengano presi anche gli altri”
"Ora mi auguro che vengano presi anche gli altri. Ci son tante cose che in questi anni non sono state fatte e che si devono ancora fare. Io e la mia famiglia combatteremo per questo e non ci fermeremo", così Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro ha commentato ai microfoni di Fanpage.it la sentenza di condanna all'ergastolo per Innocent Oseghale, emessa oggi nel processo si appello bis che ha riguardato solo il reato di violenza sessuale e ha stabilito che l'omicidio della 18enne, ucciso e fatta a pezzi, è avvenuto dopo la violenza sessuale
Una sentenza attesa da tempo dai familiari di Pamela e in particolare dalla mamma che si è spesa fin dal primo momento e in prima persona anche con gesti eclatanti come il portare le foto del corpo martoriato della figlia in aula per ottenere la pena più severa per l'assassino, già condannato in via definitiva per omicidio volontario e distruzione di cadavere. "Non so se quel mio gesto sia servito ma è stato dettato dall'esasperazione di un genitore perché dopo cinque anni non è possibile che si dovesse ancora decidere se Pamela era stata violentata oppure no" ha dichiarato Alessandra Verni.
Sono stati momenti mesi pesanti per la famiglia di Pamela e la mamma che oggi, quando hanno parlato gli avvocati della difesa, è uscita dall'aula del tribunale in forma di protesta. Un'aula in cui invece non era presente l'imputato che ha preferito rimanere in carcere.
"È stata pesante perché dopo cinque anni neanche ci aspettavamo di rifare una appello bis per quanto riguarda la violenza ma dopo la conferma di oggi è stata una vittoria" ha aggiunto la mamma di Pamela che in serata ha voluto portare dei fiori per la figlia sull'albero che è stato allestito in sua memoria a mo di altarino nel luogo dove si è consumato il delitto, davanti alla casa degli orrori a Macerata.
"Quando hanno letto la sentenza il mio pensiero è andato solo a mia figlia e le ho detto grazie perché anche grazie a lei che sto riuscendo a combattere", ha spiegato. Una lotta che ora proseguirà perché "ci sono altri mostri che girano ancora fuori". "Io spero che le indagini vadano avanti perché ci son le prove, le intercettazioni che c'erano altre persone in quella casa il 30 gennaio 2018" ha concluso Alessandra Verni.