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Covid 19

Origini Covid, appello di 18 scienziati: indagate ancora, non escludiamo sia nato in laboratorio

La lettera-appello pubblicata su Science da 18 ricercatori di alcuni dei principali enti di ricerca e università di Stati Uniti e Europa: chiedono di indagare ancora sulle origini del Covid-19 perché le ipotesi che sia sfuggito da un laboratorio oppure sia di origine naturale sono in questo momento ugualmente valide.
A cura di Susanna Picone
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In una lettera pubblicata su “Science” diciotto scienziati chiedono di indagare ancora sulle origini del Covid-19. Chiedono maggiore chiarezza sulla pandemia di Coronavirus e di prendere in considerazione tutte le ipotesi perché le indagini fatte finora non hanno in realtà portato a certezze. "Una maggiore chiarezza sulle origini della pandemia di Covid-19 è necessaria e possibile. Dobbiamo prendere sul serio le ipotesi sugli spillover sia naturali che di laboratorio, fino a quando non abbiamo dati sufficienti", si legge nella lettera firmata da scienziati di alcuni dei principali enti di ricerca e università di Stati Uniti e Europa.

Gli esperti chiedono quindi di prendere in considerazione entrambe le ipotesi sull'origine del virus Sars-Cov-2: il salto di specie in natura e la possibilità che il virus sia frutto di un incidente in laboratorio. A partire dal dicembre 2019, osservano gli autori della lettera-appello, la comunità scientifica ha fatto grandi progressi nel determinare molti aspetti del virus ma non sono ancora chiare le origini: "Le teorie di una fuoriuscita accidentale da un laboratorio o di un salto di specie avvenuto in natura restano entrambe valide. Conoscere come sia emersa la pandemia di Covid-19 è però fondamentale per adeguare strategie globali capaci di mitigare i rischi di future epidemie”.

Gli scienziati sollecitano "un'indagine adeguata", che "dovrebbe essere trasparente, obiettiva, basata sui dati e su un'ampia esperienza, soggetta a revisione indipendente e gestita responsabilmente per ridurre al minimo l'impatto dei conflitti di interesse". E ancora, scrivono nella lettera: “Allo stesso modo, le agenzie di sanità pubblica e i laboratori di ricerca devono aprire i propri archivi. Devono essere documentate la veridicità e la provenienza dei dati su cui vengono condotte le analisi e le conclusioni tratte, in modo che le analisi siano riproducibili da esperti indipendenti”.

Gli scienziati scrivono anche che in questo periodo storico in cui sono emersi sentimenti “anti-asiatici” è importante sottolineare che "all'inizio della pandemia, furono medici, scienziati, giornalisti e cittadini cinesi a condividere con il mondo informazioni cruciali sulla diffusione del virus, spesso pagate con un grande costo personale. Dovremmo mostrare la stessa determinazione nel promuovere uno spassionato dibattito basato sulla scienza su questa questione difficile ma importante".

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