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Oriana Milazzo, da stella del basket a suora di clausura: “Ora chiamatemi suor Chiara Luce”

La storia di Oriana Milazzo, promessa del basket italiano, che dopo aver militato in serie A1 ed aver indossato la maglia della Nazionale, ha deciso di intraprendere il percorso per diventare suora di clausura presso il monastero di Santa Chiara di Alcamo, in provincia di Trapani: “Nonostante il successo in campo c’era qualcosa che continuava a mancarmi, sentivo una insoddisfazione in me”.
A cura di Ida Artiaco
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Dai campi di basket al convento delle suore di clausura di Santa Chiara ad Alcamo, in provincia di Trapani, il passo è stato breve per Oriana Milazzo. Giovane promessa della pallacanestro siciliana, dopo aver militato nel campionato di A1 e aver anche indossato la maglia della Nazionale femminile, ha infatti deciso di appendere le scarpette al chiodo e di indossare il velo. Originaria di Canicattì, si è trasferita a 14 anni proprio ad Alcamo dove è stata ingaggiata dalla Basket Alcamo, prima di fare carriera e arrivare a giocare nella massima serie. Anche sua sorella minore, Ilaria, 25 anni, gioca in serie A1. Questa decisione Oriana, che ha 28 anni, l'aveva già presa qualche anno fa, ma la notizia è venuta fuori solo da qualche giorno, da quando cioè ha rilasciato al quotidiano cattolico Avvenire una intervista in occasione della cerimonia con la quale ha preso i voti semplici.

Oggi Oriana è suor Chiara Luce. "Nonostante il successo in campo e la convocazione in Nazionale – ha detto ad Avvenire – c'era qualcosa che continuava a mancarmi, sentivo una insoddisfazione in me". Prima ancora di lasciare il basket aveva deciso di trasferirsi a Roma e di studiare per diventare medico missionario, ma anche lì sentiva di non aver trovato la sua vera strada. "Cominciavano gli interrogativi nel cuore – ha continuato – per comprendere quale fosse il mio posto nel mondo per il mio bene". Poi alla Giornata mondiale della Gioventù di Madrid qualcosa è cambiato e si è subito avvicinata al monastero di Alcamo e alle altre sorelle: "Mi sono sentita come se ritornassi a casa", ha sottolineato. Da qui ha cominciato il suo percorso per diventare suora. "Ringrazio i miei genitori – ha concluso – perché anche nella sofferenza derivata da questa mia scelta mi hanno sempre sostenuta e fatta sentire amata".

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