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Orfano di femminicidio denuncia: “Mamma uccisa da papà. Uscito dal carcere potrà cremarla e tenerla con sé”

Il 27enne Pasquale Guadagno denuncia l’ennesima fragilità di un sistema che, nemmeno dopo la morte, tutela le vittime di femminicidio. Il giovane, figlio di Carmela Cerillo, uccisa dal marito nel 2010, ha raccontato che per legge il padre può rivendicare i diritti di vedovo sul corpo della donna che ha assassinato: “Mi appello ai politici perché qualcuno prenda a carico questa situazione”.
A cura di Eleonora Panseri
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"Oggi nostro padre uscirà dal carcere e, per legge, sarà libero di fare quello che vorrà della salma di nostra madre". Pasquale Guadagno, 27 anni, ha raccontato al Corriere della Sera l'ennesima fragilità di un sistema che, nemmeno dopo la morte, tutela le vittime di femminicidio. Il giovane infatti è figlio di Carmela Cerillo, 38enne uccisa dal marito, Salvatore Guadagno, a Feletto Umberto, in provincia di Udine.

L'uomo è stato condannato a 18 anni, diventati 13 per buona condotta, "con rito abbreviato e l'attenuante della gelosia". Ieri, domenica 25 febbraio, ha finito di scontare la pena ed è tornato in libertà. E adesso la legge gli permette di esercitare diritti sul destino del corpo della donna che ha ucciso.

"Un anno e mezzo fa io e mia sorella abbiamo deciso di dare seguito alle volontà di nostra madre che non voleva restare qui a Udine, ma avrebbe voluto essere sepolta, un giorno, con la famiglia a Napoli", ha spiegato Pasquale al quotidiano. "Abbiamo iniziato a informarci e abbiamo scoperto che non abbiamo alcun diritto perché, per la legge, lui (il padre, ndr) a oggi è ancora il vedovo e, di conseguenza, può decidere sul suo corpo. Senza la sua autorizzazione scritta non possiamo fare nulla".

"Così ci siamo rivolti al Comune di Tavagnacco (Udine), che ci ha dato una carta da far firmare a nostro padre. – ha detto ancora il giovane – Obbligati da questo sistema, siamo dovuti tornare in carcere, dopo anni che non lo vedevamo (l’ultima volta che l’ho visto mi ha minacciato di morte), ma lui non ha mai firmato". Pasquale, insieme alla sorella Annamaria (31 anni), ha scoperto che il padre vuole cremare la salma della madre, "per tenerla con sé, a casa sua", come è stato confermato anche dal Comune. "E non me la posso prendere nemmeno con mio padre perché lui sta esercitando un potere che lo Stato gli sta lasciando", aggiunge il 27enne.

Pasquale Guadagno, 27 anni
Pasquale Guadagno, 27 anni

Dopo la morte di sua madre, Pasquale, che all'epoca era minorenne, è stato affidato alla famiglia paterna, che lo ha costretto fin da subito a far visita al padre. A 17 anni però ha deciso di ribellarsi ed è andato a vivere con la sorella maggiorenne. Ai fratelli è mancato ogni tipo di aiuto, economico e psicologico: hanno iniziato presto a lavorare per mantenersi e per questo non hanno potuto portare avanti gli studi. "Non abbiamo avuto nulla, né dei conti in banca, né di quello che c’era in casa", specifica ancora Pasquale.

Oltre a essere vittima di femminicidio, Carmela è stata a sua volta un’orfana speciale, visto che la madre, Annamaria De Concilio, venne a sua volta assassinata dal marito Raffaele Cerillo, a Napoli, il 10 maggio 1973. "Non sono spaventato dal fatto che mio padre esca dal carcere, nessuno glielo nega, quello che mi spaventa è come uno Stato possa permettere a un uomo così visceralmente malato di ritornare in libertà senza un percorso di redenzione. Le uniche persone in pericolo siamo io e mia sorella, e nessuno si assume questa responsabilità", ha spiegato ancora il 27enne. L'unica soluzione sarebbe fare una causa al padre togliendoli tutti i diritti sulla defunta madre: "Ma trovo assurdo che io debba fare una causa per una cosa che mi spetta di diritto", ha precisato.

Pasquale insieme alla mamma Carmela
Pasquale insieme alla mamma Carmela

Maria Domenica Castellone, vicepresidente del Senato, ha invitato Pasquale Guadagno a parlare al Senato della sua storia, il prossimo 11 aprile e a presentare il suo libro Ovunque tu sia per elaborare proposte per migliorare la legge attuale sugli orfani speciali. "Da qui all’11 aprile sarà troppo tardi per fermare la volontà di mio padre di riprendersi il corpo di mia mamma. Mi appello ai politici, perché qualcuno prenda a carico questa situazione. Io sto perdendo la salute e la testa dietro queste battaglie, ma da solo non ho gli strumenti per andare avanti", conclude il 27enne.

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