Ordinanza anti slot-machine: multato il sindaco di Verbania
Il sindaco di Verbania, Marco Zacchera, è condannato ad un risarcimento pari a circa un milione e mezzo di euro. Il motivo? Aveva chiesto la chiusura mattutina delle società-casinò. La proposta aveva motivazioni più che legittime, si voleva evitare che i ragazzini saltassero la scuola per andare a giocare alle slot machine, ma era anche un tentativo di arginare, almeno in minima parte, l'ampia piaga del vizio da gioco, riducendo gli orari dei locali. L'ordinanza risale al 2005, ma in quanto a documenti e disposizioni datate, la sentenza del Tar contro il comune di Verbania affonda le sue radici su una legge risalente, addirittura, al 1931. In sintesi, l'apertura delle sale da gioco è relativa solo a questioni di ordine pubblico, e non sanitario. Senza tener conto che dal 1931 ad oggi il problema del vizio è peggiorato notevolmente, il Tar acconsente: le slot saranno accessibili sin dalla mattina, e il comune di Verbania dovrà anche sborsare risarcimenti per un milione e mezzo di euro.
L'ordinanza che posticipava la chiusura delle slot – Nel 2005 la giunta comunale di Verbania, guidata da Claudio Zanotti (centrosinistra), decise di porre una moratoria sugli orari d'apertura delle sale da gioco. L'intento era quello di scoraggiare almeno l'entrata degli scolari, che avrebbero bigiato le lezioni a favore delle slot machine. L'ordinanza prevedeva, così, che le macchinette potessero funzionare solo dalle 15 alle 22. La giunta comunale attuale, guidata dal sindaco Marco Zacchera (centrodestra), aveva lodato l'iniziativa, condividendo ogni punto al riguardo.
La slot machine è "un affare di Stato" – E' stato lo stesso sindaco Zacchera ad informare: "Verbania ha 31.500 abitanti e la sola società ‘Euromatic' ha ben 402 apparecchi, uno ogni 78 abitanti". L'esempio della ‘Euromatic' non è preso a caso: oltre a detenere la maggior parte delle macchinette, è stata proprio questa società a fare ricorso contro l'ordinanza del 2005 citando la legge del 1931. La causa è vinta: anche la sentenza 237 della Suprema corte del 2006 ricorda che "i profili relativi all'installazione degli apparecchi e congegni automatici da trattenimento o da gioco presso esercizi aperti al pubblico, sale giochi e circoli privati afferiscono alla ‘materia ordine pubblico e sicurezza', di competenza esclusiva dello Stato".
Il risarcimento per danni– La società ‘Euromatic', però, ha chiesto anche un risarcimento da capogiro: "Le perdite subite in conseguenza della colpevole attività posta in essere dall'ente locale sono state prudenzialmente stimate in circa 1.350.000 euro". A questa cifra vanno aggiunti "i pregiudizi da perdita di chance indotti dallo sviamento di clientela verso Comuni limitrofi o prodotti di gioco congeneri e/o diversi dagli apparecchi". Nonostante il ricorso ponga le basi su una legge scritta che, come tale, va rispettata, va anche spiegato, come riportato da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, che i 4 miliardi di euro spesi legalmente per il gioco nell'anno 2000 sono diventati 76 nel 2012, senza tener conto del circuito illegale. Un "affare di Stato" che invita il sindaco e la sua giunta a starne fuori.