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Orche Genova, cucciolo non dà segni di vita: la madre potrebbe tenerlo su per farlo respirare

Non sembra dar segni di vita il cucciolo di orca nel branco che da giorni staziona presso l’area del porto container di Genova Voltri. Lo hanno constatato gli esperti che questa mattina hanno effettuato un sopralluogo presso l’area. In particolare si nota nel cucciolo l’assenza di soffio visibile dallo sfiatatoio.
A cura di Susanna Picone
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Non sembra dar segni di vita il cucciolo di orca nel branco di cinque esemplari che da cinque giorni staziona presso l'area del porto container di Genova Voltri. A constatarlo, nonostante le condizioni marine non abbiano permesso un'osservazione ottimale, sono stati gli esperti di Acquario di Genova e Istituto Tethys, insieme ad alcuni osservatori di Whalewatch Genova Golfo Paradiso. Stamane, grazie alla collaborazione della Guardia Costiera, hanno effettuato un nuovo sopralluogo presso l'area e hanno spiegato che si nota nel cucciolo l'assenza di soffio visibile dallo sfiatatoio. La madre potrebbe tentare di tenerlo in superficie per garantirne la respirazione come fanno normalmente nel caso in cui il piccolo abbia difficoltà a raggiungere la superficie per respirare. Secondo quanto hanno spiegato gli esperti, in alcuni casi questo comportamento di assistenza può durare diversi giorni oltre la morte del piccolo e non è possibile nessun soccorso.

Orche avvistate nel porto Prà Voltri di Genova – I cinque esemplari di orca – quattro adulti e un cucciolo – da giorni nuotano davanti al porto container di Genova Voltri in un'area di poche centinaia di metri quadrati. Un pescatore, Giulio Zemiti, inizialmente aveva parlato della presenza di due cuccioli, ma gli esperti non lo hanno mai avvistato. La speranza è che le condizioni meteo marine nei prossimi giorni consentano agli esperti di tornare per effettuare osservazioni migliori. Per garantire agli animali il minor disturbo possibile da ieri la Capitaneria di Porto di Genova ha vietato la navigazione e qualsiasi attività subacquea nell'area della cosiddetta ‘zona di precauzione' prospiciente l'ingresso al bacino portuale di Prà.

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