Ora le teorie del complotto su Soros vengono diffuse anche dalla destra israeliana
Come tanti altri seguo moltissimi canali Telegram che aggiornano continuamente sulle aree di conflitto. Quasi sempre sono canali di propaganda o molto schierati, ma sono comunque molto utili per capire cosa accade, ma soprattutto quale discorso vuole veicolare e produrre chi li gestisce.
Un paio di giorni fa mi sono imbattuto in un post su un canale in italiano che diffonde un'informazione filoisraeliana ultra nazionalista, intitolato "Le falangi di Soros". Così veniva presentato un video girato in un campus americano in cui gli studenti erano impegnati in un training di resistenza non violenta a un eventuale intervento delle forze dell'ordine.
Chiunque abbia frequentato o raccontato movimenti che praticano la disobbedienza civile in piazza sa di cosa parliamo. Si simulano situazioni di possibili intervento delle forze dell'ordine e come reagire per resistere più a lungo, rimanendo ad esempio incordonati e sedendosi a terra, simulando come dialogare e rispondere gli ultimatum della polizia e così via.
Ecco come vengono presentate quelle scene: "Le riprese di un drone fatte all'Emory College, nello stato americano della Georgia, mostrano studenti pro-Hamas che si addestrano e praticano manovre violente in preparazione agli scontri e alle manifestazioni con la polizia. I principali donatori di Biden, tra cui Soros e Bill Gates, sono quelli dietro il movimento di queste proteste nei campus degli Stati Uniti. Queste proteste sono organizzate e finanziate con ingenti somme secondo documenti fiscali verificati.".
Forse qualcuno può rimanere stupito che un canale di propaganda israeliano utilizzi argomenti indistinguibili da quelli dell'estrema destra per parlare di Soros, argomenti che ricalcano spesso stereotipi antisemiti. Invece, a guardare bene, perdendo qualche minuto a documentarsi e riflettere, non è per niente così.
Nel 2019 il giornalista Hannes Grasseger, ha pubblicato sul settimanale svizzero Das Magazin un reportage intitolato "Come si crea un nemico" (tradotto in italiano da Internazionale), che racconta come il finanziere e speculatore George Soros è diventato il nemico pubblico numero uno delle destre sovraniste, e il terminale di una quantità infinita di teorie del complotto.
A creare il mito del Soros cattivo sono Arthur Finkelstein e George Eli Birnbaum, due ebrei americani di destra. Il primo è famoso per aver condotto e ideato le campagne di Nixon e Reagan, spostando a destra i Repubblicani, radicalizzando e polarizzando il dibattito pubblico. Dagli Usa Finkelstein sbarca in Israele dove è l'artefice della prima campagna vincente di Benjamin Netanyahu contro Simon Peres, e qui inizia a lavorare con uno dei suoi più importanti allievi, George Eli Birnbaum. Oltre che artefice della vittoria di Bibi, Finkelstein ha portato alla ribalta anche l'estrema destra di Avigdor Lieberman e condotto la vittoria della campagna di Sharon.
I due all'inizio degli anni Duemila sbarcano da Israele in Europa e finiscono a lavorare per Viktor Orban, In questo caso non si tratta di portare il leader ungherese alla vittoria. Orban è già saldamente al potere nel 2008, e ha già iniziato a trasformar l'Ungheria in una democrazia illiberale, mettendo nel mirino media e sistema giudiziario. A Orban serve un nuovo nemico, pensa Finkelstein che è considerato l'inventore del "negative campaigning", ovvero l'idea che sia necessario parlare male dell'avversario piuttosto che parlare bene del proprio candidato.
Succede così che i due maghi delle campagne elettori della destra tirano fuori dal cilindro il nemico perfetto: George Soros. Speculatore finanziario, e ricchissimo filantropo, viene descritto come il grande burattinaio che vuole far invadere l'Europa dagli immigrati e condizionare il futuro dell'Ungheria. Soros ha dedicato molte delle sue ricchezze a sostenere organizzazioni della società civile con l'idea di realizzare il modello di "società aperta" delineata dal suo maestro Karl Popper. Ungherese di origini, Soros è stato un fiero avversario del socialismo reale, finanziando soprattutto gli studi di quelle che si augurava fossero le future classi dirigenti di paesi democratici. Il paradosso vuole che anche Orban ha studiato a Oxford grazie a una borsa di studio della fondazione di Soros.
Il format Soros funziona benissimo e in pochissimo tempo viene adottato dall'estrema destra di tutto il mondo, ricalcando i topos classici dell'antisemitismo: il magnate magiaro è il perfetto esempio del ricco ebreo cosmopolita che trama per corrompere la purezza e l'unità della nazione, prima di tutto volendo aprire le frontiere all'immigrazione.
In queste settimane la stampa di destra americana, di fronte alle mobilitazioni nei campus, ha raccontato con toni sensazionalistici come le fondazioni di Soros, ma anche quelle di Melinda e Bill Gates, abbiano finanziato negli anni (con cifre non fantasmagoriche) alcune delle associazioni studentesche che nei campus stanno organizzando le mobilitazioni, impegnate in tempi di "pace" nell'empowerment degli studenti palestinesi e di religione musulmana, nella formazione di leader e portavoce delle loro istanze. Tra queste la Students for Justine Palestine.
L'idea di andare a cercare un grande burattinaio è arrivata dopo che sui social e sui media mainstream è rimbalzata l'idea che, visto che la maggior parte delle tende utilizzate nei campus erano della stessa marca, qualcuno le avesse fornite con anticipo coordinando la protesta nell'ombra. La verità, ovviamente, è che si tratta delle tende più comuni ed economiche. Chi si potrebbe stupire che la maggior parte delle tende nelle università italiane sono marca Decathlon?
"Guardate le tende, da dove le hanno prese tutti? Dallo stesso posto? Dalla stessa persona? C'è qualcuno dietro a tutto questo e scopriremo chi è", ha dichiarato alla tv vice commissario del dipartimento di polizia di New York, Kaz Daughtry. Inutile dire che la risposta per gli account di estrema destra e compolottisti poteva essere solo uno: è stato George Soros, come ricostruito da un articolo di Weird.
Succede così che Soros diventa il grande burattinaio anche delle mobilitazioni nei campus. Estrema destra e nazionalismo israeliano, si trovano entrambi perfettamente a loro agio nello scegliere come nemico il simbolo del finanziere ebreo, che muove i fili del mondo, sposando entrambi l'idea di uno stato basato sull'identità, sostenuto da muri e frontiere.