Operaio FIAT sviene sul lavoro, ma la produzione non si ferma: i colleghi scioperano
Che ai dirigenti della Sevel di Atessa – il più grande stabilimento in Italia del gruppo FCA (ex-Fiat) – le "perdite di tempo" non andassero a genio era cosa nota da mesi, da quando cioè un lavoratore era stato costretto a urinarsi addosso a causa del divieto del caporeparto di recarsi al gabinetto. Ebbene, nonostante le polemiche suscitate da quel caso quegli stessi dirigenti ci sono "ricascati", rifiutando di sospendere la produzione ieri dopo che un operaio è svenuto in seguito a un infortunio. Il responsabile del reparto avrebbe intimato ai colleghi di tornare immediatamente ai loro posti, come racconta il segretario provinciale Fiom-Cgil, Davide Labbrozzi: “Un addetto allo svolgimento delle attività di montaggio – spiega – ha urtato violentemente la testa su un braccio meccanico per il sollevamento dei sedili. L’incidente ha provocato la perdita di conoscenza e la caduta a terra di un lavoratore che aveva appena iniziato il turno". Ad accorgersi di quanto era appena accaduto sono stati gli altri lavoratori, che non hanno esitato a dare l'allarme. "Ancor prima che i soccorsi arrivassero, il responsabile Ute ha chiesto ai lavoratori presenti di ignorare l’accaduto, di far finta di non vedere il corpo a terra e di riprendere il lavoro", aggiunge il sindacalista.
La protesta degli operai Sevel: un'ora di sciopero
Proprio a causa del comportamento del responsabile di reparto la Fiom Cgil ieri ha indetto uno sciopero di un'ora, dalle 7,45 alle 8,45, con l'intento di denunciare la questione sicurezza e contestare, ancora una volta, "una filosofia che continua a non rispettare coloro che quotidianamente permettono all’azionista di intascare una ricchezza smisurata" e il "metodo Sevel che surclassa l’uomo a vantaggio della produzione". Tutti i lavoratori del reparto hanno aderito alla mobilitazione in solidarietà con il lavoratore infortunato e contro la decisione dei dirigenti aziendali di non sospendere la produzione: "L’adesione allo sciopero – afferma la Fiom – è la prova che sono tutti d’accordo sulla protesta che mira a ridare un senso al lavoro in Sevel: l’individuo viene prima della produzione. Come Fiom torniamo a chiedere un confronto che mai come oggi è necessario per ristabilire il giusto valore della qualità della vita in Sevel". Dal canto suo l'azienda ha replicato: "I soccorsi sono scattati immediatamente seguendo le procedure d’intervento interne e questo aspetto è stato fondamentale per aiutare il dipendente a riprendersi".
Qual è l'organizzazione del lavoro alla Sevel: tagliare al massimo i tempi morti e aumentare la produzione
Il rifiuto del responsabile del reparto di interrompere momentaneamente la produzione per consentire ai lavoratori di soccorrere il collega e riprendersi dallo shock è in realtà la conseguenza di un'organizzazione del lavoro che da anni è al centro di attacchi da parte di alcuni sindacati e forze politiche della sinistra. Tale organizzazione – chiamata Ergo Uas – è secondo un'inchiesta condotta dal PRC Abruzzo non solo una metrica per organizzare il lavoro in fabbrica, bensì un’ingerenza padronale nella vita delle lavoratrici e dei lavoratori: "Attraverso l’Ergo-UAS, Fiat potrebbe aumentare i ritmi di lavoro fino a livelli di stress fisico e psichico dannosi per la salute delle lavoratrici e dei lavoratori. L'obiettivo di Fiat è quello di eliminare ogni azione che non sia redditizia. Camminare dal cassone alla postazione di deposito dei pezzi, ruotare il corpo per assemblare i pezzi, sono azioni che non generano reddito per l'azienda, cioè a non valore aggiunto. Fiat vuole eliminare queste azioni e sostituirle con altre a valore aggiunto. Ad esempio, posizionare un cassone di particolari da montare in posizione tale che l'operaio non deve ruotare il corpo per prelevarli fa in modo che si possa risparmiare tempo da dedicare alla produzione vera e propria". Insomma, l'obiettivo di Fiat è quello di saturare i tempi riducendo il più possibile quelli "morti", compresi i riposi, le pause per bisogni fisiologici e – come accaduto ieri – i soccorsi a un collega infortunato.