Operai morti ad Adria, la rabbia del parroco: “Politici, buttatevi a mare”
“I politici hanno bevuto il sangue di questi ragazzi, è meglio che si leghino una macina al collo e si buttino in mezzo al mare”: sono parole rabbiose quelle pronunciate tra le lacrime da don Renato Galiazzo, parroco di Liettoli di Campolongo Maggiore (Venezia). L’attacco del religioso è arrivato durante i funerali di Giuseppe Baldan, il camionista morto lunedì scorso insieme a tre operai a causa di una nube tossica alla Coimpo di Adria (Rovigo). Don Renato Galiazzo dall’altare ha attaccato quelli che ritiene i responsabili della tragedia. Il sacerdote ha riflettuto su quanto accaduto dicendo che non è possibile morire in questo modo: “Non si può morire così nel Veneto del 2014, vittime di una nube tossica. Senza maschere. Ci sono stati 24 morti sul lavoro dall’inizio dell’anno, uno a settimana. Non si può morire per portare a casa la pagnotta”.
Il sacerdote contro i politici – Poi l'affondo del sacerdote alla politica: “Fanno le leggi, ma poi piuttosto che farle rispettare mi pare preferiscano salvaguardare i loro interessi. Con i vitalizi dei consiglieri regionali quanti controlli sulla sicurezza si potrebbero fare?”, ha denunciato don Renato. Il religioso ha fatto anche riferimento ai leader finiti al centro dell’inchiesta Mose, l’ex governatore Giancarlo Galan e l’ex assessore regionale Renato Chisso: “Quando vengono incastrati, poi, si dichiarano incompatibili con il carcere. Chi è debole di cuore, chi cade accidentalmente in giardino potando le rose. Che vergogna, hanno bevuto il sangue di questi ragazzi”.
