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Open Arms salva 17 migranti ma autorità italiane non si fanno vive, Ong: “Per 14 ore in attesa in mare”

Astral, veliero della Ong Open Arms, ha soccorso 17 persone – tra cui quattro donne e due bambini – nel Mediterraneo. Per ben 14 ore però nessuna delle autorità competenti, né dall’Italia né da Malta, si è presa la responsabilità di rispondere alla richiesta di aiuto. La Guardia Costiera italiana è intervenuta soltanto in tarda serata.
A cura di Luca Pons
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AGGIORNAMENTO:

Diciassette persone si trovavano alla deriva nel Mediterraneo su un gommone guasto. Tra di loro, quattro donne e due bambini di 10 e 11 anni. Sono stati soccorsi questa mattina dal veliero Astral, gestito dalla Ong Open Arms. Da quel momento, però, nessuna delle autorità competenti si è fatta viva. Né dall'Italia né da Malta, entrambe contattate dall'equipaggio, è arrivato un riscontro. E così, da oltre dodici ore l'imbarcazione è in mezzo al mare in attesa di avere indicazioni su come proseguire.

Il veliero in questione era partito ieri dal porto di Marsala, in Sicilia, per la missione 115. Questa mattina hanno ricevuto una segnalazione dalla Ong Alarm Phone, che si occupa di raccogliere le richieste di aiuto dalle imbarcazioni disperse in mare e girarle a chiunque possa intervenire. Nella segnalazione era indicata la posizione del gommone, e dopo circa un'ora e mezza di viaggio l'Astral lo ha trovato. L'imbarcazione, come detto, era guasta: le persone a bordo non avrebbero avuto possibilità di salvarsi se non fosse intervenuta la rete delle Ong per portarle in salvo.

Qui, però, la catena del soccorso si è interrotta. "Siamo in una situazione pendente, con persone in difficoltà tra cui due bambini", spiegava l'equipaggio del veliero nel pomeriggio di oggi. "Da sei ore stiamo attendendo l’intervento delle autorità competenti affinché giungano sul luogo del soccorso per prendersi carico dei naufraghi". Da quel momento sono passate altre ore, e ancora nessuno si è fatto vivo.

Dato che l'Astral è un veliero, non ha i mezzi sufficienti per portare i naufraghi soccorsi fino a riva, come ha spiegato Open Arms a Fanpage.it. A differenza di quanto avviene in altre missioni Ong, quindi, le 17 persone trovate questa mattina non possono semplicemente essere fatte salire a bordo per poi viaggiare per giorni verso Malta o l'Italia, in attesa di un porto di sbarco sicuro assegnato. È necessario che uno Stato risponda alla richiesta di coordinamento e dia le indicazioni necessarie per trasportare queste persone fino a un punto concordato, per poi consegnarle alle autorità nazionali che se ne facciano carico.

Il veliero è equipaggiato per effettuare operazioni di primo soccorso e di prima assistenza. Fatto questo, si può solo aspettare una risposta. Risposta che al momento, a oltre dodici ore di distanza dalla prima richiesta, non è ancora arrivata. "Stiamo cercando di ottenere che le autorità italiane o maltesi si facciano carico del coordinamento di questo evento di soccorso e ci indichino come proseguire. Finora nessuna autorità si è presa la responsabilità della situazione. Continuiamo ad accompagnare e assistere queste persone in attesa di istruzioni su come procedere", ha detto l'equipaggio. Nel frattempo, il gommone resta in mezzo al mare, in avaria. Il veliero sta monitorando la situazione, aspettando le autorità.

Open Arms: "La guardia costiera è intervenuta dopo 14 ore"

"Nella mattinata di martedì 18 febbraio, intorno alle ore 9, il veliero Astral dell’ONG Open Arms è giunto in soccorso di 17 persone di cui 4 donne, 11 uomini e 2 bambini di 10 e 11 anni, che si trovavano in zona SAR maltese. Dopo aver messo in sicurezza l'imbarcazione fornendo loro dei giubbotti di salvataggio e prima assistenza, Astral ha atteso sul posto", si legge così in una nota dell'ufficio stampa della Ong Open Arms. Solo dopo 14 ore di attesa accanto al gommone e dopo innumerevoli chiamate alle autorità maltesi e italiane, la Guardia Costiera Nazionale è finalmente intervenuta, alle ore 23 del 18 febbraio, assumendo la responsabilità per le persone soccorse.

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