Open Arms, Richard Gere testimone al processo contro Salvini. “Da Hollywood per darmi del cattivo”
Anche l'attore Richard Gere è stato ammesso tra i testimoni durante il processo contro Matteo Salvini, ex ministro dell'Interno accusato di sequestro di persona per il caso dei 147 migranti che per sei giorni sono rimasti a bordo della nave Open Arms prima di poter sbarcare a Lampedusa. Il divo di Hollywood è stato chiamato a fornire la sua versione dei fatti sulle condizioni igienico-sanitarie in cui vessavano i migranti a bordo dell'imbarcazione durante i giorni di attesa per un porto sicuro. Gere infatti salì a bordo della nave spagnola per portare viveri ai passeggeri nel 2019 suscitando le critiche dell'ex ministro. "Li porti nella sua villa in America" aveva detto commentando l'azione dell'attore. Gere non aveva invece voluto rispondere alla provocazione, dichiarando invece davanti alla stampa che la politica "deve accogliere e tutelare, non respingere i più bisognosi".
La Procura di Palermo ha cercato di contenere l'ondata mediatica del processo: "Al di là degli elementi di spettacolarizzazione della presenza di un attore famoso – ha detto il procuratore Lo Voi – ci sono ben altri e più qualificati testi che possono riferire su quanto visto a bordo di quella nave". "Quanto è serio un processo in cui verrà da Hollywood Richard Gere a testimoniare sulla mia cattiveria? Spero duri il meno possibile perché ci sono cose più serie di cui occuparsi" ha dichiarato Matteo Salvini alla fine dell'udienza. Tra gli altri testimoni chiamati in aula anche Giuseppe Conte, Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio. Ammesso anche lo stesso interrogatorio di Matteo Salvini richiesto dall'accusa.
Richard Gere e Chef Rubio a bordo della Open Arms nel 2019
Richard Gere era partito da Lampedusa a bordo di uno yacht per portare i viveri alle persone salvate nel Canale di Sicilia. "Richard ci ha raggiunti per dare il suo sostegno all'equipaggio " aveva fatto sapere il comandante. Dei personaggi televisivi italiani, invece, era salito a bordo chef Rubio (Gabriele Rubini). I due avevano tenuto una conferenza stampa per chiedere lo sbarco dei migranti ancora sulla nave.
La tesi della difesa: "Possibili infiltrazioni terroristiche"
Secondo la legale Giulia Bongiorno, difesa per Matteo Salvini, l'Italia non aveva la competenza per assegnare il porto sicuro per lo sbarco alla nave nell'agosto del 2019. Secondo quanto asserito da Bongiorno, i servizi segreti avevano fornito dati su possibili infiltrazioni terroristiche, sconsigliando lo sbarco.