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ONU, dopo 20 anni di negoziati raggiunto storico accordo sulla protezione degli Oceani

Dopo 20 anni di negoziati è stato raggiunto ieri sera a New York un accordo per la protezione della biodiversità nei mari e oceani. Greenpeace: “Momento storico”.
A cura di Davide Falcioni
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Sono stati necessari quasi vent'anni di negoziati, ma nella serata di ieri gli Stati membri dell'ONU hanno finalmente raggiunto uno storico accordo volto a proteggere la fragilissima biodiversità marina.

La firma del Trattato Globale sugli Oceani – arrivata dopo un'ultima estenuante trattativa di 24 ore – costituisce un risultato fondamentale per la protezione degli oceani e offre una possibilità concreta al raggiungimento dell'obiettivo 30×30: proteggere il 30 per cento degli oceani entro il 2030. Il testo, frutto di un negoziato serrato, presenta comunque dei punti critici e adesso sta ai governi ratificarlo e metterlo in pratica in modo rapido, efficace ed equo.

Il trattato fornirà un quadro giuridico affinché possano essere create aree marine protette (AMP) per proteggere la fauna selvatica minacciata da inquinamento, cambiamenti climatici e pesca intensiva. Verrà inoltre istituita una conferenza delle parti (Cop) che si riunirà periodicamente e consentirà agli Stati membri di discutere di questioni come la governance e la biodiversità marina.

Gli ecosistemi oceanici producono la metà dell'ossigeno che respiriamo, rappresentano il 95% della biosfera del pianeta e assorbono anidride carbonica, essendo il più grande serbatoio di carbonio del mondo. Tuttavia, fino ad ora le norme frammentate e applicate in modo approssimativo che disciplinano l'alto mare hanno reso quest'area più esposta allo sfruttamento rispetto alle acque costiere. Il Trattato stipulato ieri permetterà finalmente di proteggere alcuni degli ecosistemi marini più importanti e più a rischio.

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Cos'è l'Alto Mare

L'Alto Mare è l'area di mare che si trova al di là della Zona Economica Esclusiva (ZEE) nazionale – oltre le 200 miglia nautiche dalla costa, se gli Stati hanno dichiarato la EEZ – e occupa circa due terzi dell'oceano. Questa zona fa parte delle acque internazionali, quindi al di fuori delle giurisdizioni nazionali, in cui tutti gli Stati hanno il diritto di pescare, navigare e fare ricerca. Allo stesso tempo, l'Alto Mare svolge un ruolo vitale nel sostenere le attività di pesca, nel fornire habitat a specie cruciali per la salute del pianeta e nel mitigare l'impatto della crisi climatica. Finora nessun governo si è assunto la responsabilità della protezione e della gestione sostenibile delle risorse di Alto Mare, il che rende queste zone vulnerabili. Il Trattato Globale sugli Oceani mira a correggere questa evidente e grave criticità.

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Greenpeace: "Momento storico per la protezione degli oceani"

"Questo è un momento storico per la protezione della natura e degli oceani. Ed è anche un segnale che in un mondo sempre più diviso, la protezione della natura e delle persone può trionfare sui calcoli della geopolitica", ha commentato Laura Meller di Greenpeace. "Ci congratuliamo con tutti i Paesi per aver raggiunto un compromesso mettendo da parte le diverse posizioni e producendo un trattato che ci permetterà di proteggere il mare, aumentare la nostra resistenza ai cambiamenti climatici e proteggere la vita e il benessere di miliardi di persone".

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