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Online il “registro degli omofobi”, protestano i cattolici

Scatena un vespaio di polemiche la pubblicazione di un sito che crea una vera e propria lista di proscrizione: al suo interno, Mario Adinolfi, Vittorio Sgarbi, il giudice Carlo Deodato e tanti semplici cittadini.
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adinolfi

Una vera propria lista di proscrizione online, con tanto di nomi e foto. E’ comparso nelle scorse ore sul web il “Riro – registro italiano razzisti e omofobi” ed ha già sollevato un mare di polemiche, visto che ad essere messe sotto accusa sono decine di persone note e meno note che hanno, in passato o di recente, espresso la propria contrarietà alle unioni gay.

“RIRO – spiegano i creatori del progetto, per ora rigorosamente anonimi – è un modo di difendersi dalle persone pericolose che ogni giorno cercano volontariamente o involontariamente di fare del male al prossimo. Marchiare il prossimo era un modo per i Nazisti di ridurre ad oggetto lo schiavo ebreo, omosessuale, di un'altra qualsiasi minoranza etnica. per rendere schiavo un essere umano, basta farlo diventare un numero. Lo scopo di Riro è ritorcere quest'arma contro le persone che sono figlie di quel tipo di comportamenti, come razzisti, omofobi e altra gente simile.” Una volta che un nome è stato iscritto nel registro pubblico “non può essere cancellato, in nessun caso. L'unico modo per cancellare un nominativo è superare il "Test antirazzismo" che non si sa cosa sia ma “viene svolto dall'utente proprietario del nominativo che si vuole cancellare.”

Tra i nomi finora inclusi nel registro, messi alla pubblica gogna come omofobi, ci sono personalità di grande fama: tra loro Carlo Deodato, il magistrato del Consiglio di Stato, cattolico, che ha deciso per il “no” alla trascrizione di matrimoni tra persone dello stesso sesso; il filosofo Alessandro Benigni; il critico d’arte Vittorio Sgarbi, preso di mira per aver definito “culimonio” un’unione tra due gay; l’allenatore dell’Arezzo Eziolino Capuano, noto per i suoi discorsi dal linguaggio colorito, durante i quali non esista a definire “checche” o a chiamare con epiteti simili i suoi calciatori; la parlamentare trentina Michela Biancofiore, accusata di aver detto che “le unioni gay non sono una priorità degli italiani”. C’è chi è finito sul registro per la sua attività antiabortista nei Centri di Aiuto alla Vita, chi, invece, è accusato di “dichiarare continuamente che il matrimonio è esclusivamente tra uomo e donna e soprattutto che un bambino abbia diritto ad avere una mamma e un papà.”Poi, tanti altri nomi noti e meno noti al grande pubblico e, su tutti, lui, l’indiscusso leader del movimento pro-famiglia tradizionale Mario Adinolfi, il quale, sul suo profilo Facebook, denuncia l’iniziativa del Riro: “Se noi avessimo pubblicato una lista di nomi invitando a "marchiare e emarginare" chi compra bambini e affitta uteri, cosa ci sarebbe successo? Oggi ci sono le nostre facce in prima pagina, siamo indicati come obiettivi da colpire "ritorcendo contro queste persone il metodo usato dai nazisti". Cos'altro deve accadere perché sia chiaro il livello di violenza di cui siamo fatti oggetto?”

La butta sul ridere, invece, la giornalista Costanza Miriano, altro punto di riferimento degli attivisti cattolici: “Visto che a breve ci finirò, ho provato a iscrivere anche il mio amico San Paolo nel registro ufficiale degli omofobi, per essere in ancora migliore compagnia. Sono in fiduciosa attesa di risposta. Che meraviglia i maccartisti del pensiero unico!” Scherza anche il filosofo Benigni, famoso sul web perché spesso esprime il suo pensiero attraverso video caricati su internet: “Arrivo a casa e mi avvertono che sono razzista e omofobo, è ufficiale. Io. Razzista. E omofobo. Vado a vedere: caspita, è vero! Ma ci pensate? Mi toccherà fare un video parlando del "RIRO". Con la mia erre moscissima. Come si fa a non ridere?” Miriano e Benigni scherzano, ma sul web fioccano decine di commenti indignati da parte di chi la pensa come loro.

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