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Omicidio Yara Gambirasio

Omicidio Yara, Massimo Bossetti denuncia i magistrati di Bergamo per depistaggio

Massimo Bossetti ha denunciato i magistrati di Bergamo per depistaggio dopo che la Corte d’Assise ha negato nuovamente ai suoi legali l’analisi di alcuni reperti di Dna che hanno determinato la condanna all’ergastolo per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio. L’avvocato difensore Salvagni ha annunciato un quarto ricorso in Cassazione.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Massimo Bossetti ha denunciato i magistrati di Bergamo per depistaggio. La denuncia riguarderebbe presunte anomalie su reperti e campioni di Dna. L'uomo, condannato all'ergastolo per l'omicidio della 13enne Yara Gambirasio, ha chiesto più volte di accedere i reperti analizzati per decretare la condanna. La Cassazione ha dato per tre volte ragione a Bossetti, imponendo ai giudici bergamaschi di mettere a disposizione dei suoi difensori i reperti col Dna. Nonostante questo, il 3 giugno scorso la Corte d'Assise di Bergamo ha nuovamente respinto la richiesta degli avvocati di Bossetti di accedere ai campioni. Il legale difensore Claudio Salvagni ha già annunciato il quarto ricorso in Cassazione. Salvagni si è scagliato contro il sistema giudiziario che ha condannato l'operaio con un lungo post Facebook. "Massimo Bossetti è innocente, ora ne ho la certezza. Il non risultato ottenuto con la nuova pronuncia della Assise di Bergamo ne è la dimostrazione. Bossetti è al pari di tanti altri una persona ingiustamente condannata, vittima di un sistema sordo e cieco. Solo che a lui non è mai stata data neppure la possibilità di dimostrarlo".

La nuova udienza davanti alla corte d'assise

La Corte di Cassazione si era espressa in modo favorevole nei confronti dei legali di Bossetti, concedendo una nuova udienza davanti alla corte d'assise di Bergamo nel mese di maggio. La richiesta era quella di riesaminare lo stato di conservazione di alcuni reperti che la Procura aveva giudicato secondari nel processo. "A questo punto speriamo che si faccia di tutto per accertare la verità" aveva dichiarato Salvagni a Fanpage.it. L'esame dei reperti in questione potrebbe comportare la revisione della sentenza che ha condannato il muratore all'ergastolo per la morte della 13enne di Brembate di Sopra. "Se questi reperti fossero stati mal conservati – aveva dichiarato ancora l'avvocato – sarebbe un problema e si scatenerebbe un terremoto. Terremoto che ci sarebbe anche se non riuscissimo ad analizzare queste prove".

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