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Omicidio Yara Gambirasio

Omicidio Yara: il Dna rivelò da subito che il killer era del Nord Italia

Gli specialisti del Ros isolarono tracce genetiche compatibili al 60% con il profilo degli abitanti della Pianura Padana.
A cura di D. F.
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Come sono riusciti gli inquirenti che indagano sull'omicidio di Yara Gambirasio a risalire al Dna di Massimo Bossetti, il presunto assassino? Carabinieri e polizia avrebbero potuto cercare ovunque, ma già da prima della cattura sapevano che con molte probabilità il killer proveniva dal Nord Italia grazie al Dna isolato sugli slip e sui leggings della ragazzina, da cui risultava un profilo diffuso in Pianura Padana con una percentuale del 60%. Ciò non significava che il sospetto non potesse trovarsi altrove, ma ha dato un'indicazione molto importante ai carabinieri del Ros di Parma, che stavano analizzando le tyracce biologiche, in particolare la componente mitocondriale: quella che rivela informazioni come il colore degli occhi e le malattie avute. Ignoto 1, ovvero il presunto assassino di Yara, doveva necessariamente avere gli occhi chiari.

I dati genetici sono quindi stati incrociati con quelli investigativi consentendo di circoscrivere l'area alla zona di Bergamo, in particolare a Gorno. Scrive il Corriere: "Una catena partita dal Dna di un trentenne frequentatore della discoteca Sabbie Mobili vicina al campo di Chignolo d’Isola dove Yara fu trovata: aveva interessanti punti di contatto con il profilo di Ignoto 1. Poi, da lui i test hanno condotto a due zii, figli di Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999 risultato il padre del presunto killer. Ma non c’entrano nulla con il delitto. Così sono stati prelevati 810 campioni di saliva ai Guerinoni e alla loro cerchia di parenti e conoscenti. Due campioni per ogni persona, perché il Ris di Parma e la Polizia scientifica di Roma potessero fare analisi diverse a seconda delle competenze specifiche". Il risultato? Ignoto 1 doveva essere un figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni: a questo punto sono state controllate altre 532 persone, tra le quali Ester Arzuffi, madre del presunto killer, Massimo Bossetti.

Un percorso apparentemente impeccabile che tuttavia il legale di Bossetti vuole mettere in discussione, presentando un ricorso in Corte di Cassazione malgrado i giudici avessero respinto l'istanza di scarcerazione dell'uomo e definito le conclusioni sul Dna "approdi limpidi e inconfutabili".

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