Omicidio Yara Gambirasio, “nessun depistaggio sul Dna”: procura chiede di archiviare il caso
"Non è emersa alcuna prova di un piano orchestrato allo scopo di depistare eventuali nuove indagini difensive, lasciando intenzionalmente deperire il Dna di Ignoto 1”. Parliamo del caso Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra uccisa nel novembre del 2010 nella provincia di Bergamo, e di quanto sarebbe accaduto nel procedimenti giudiziari relativi al caso. E per questo la Procura della Repubblica di Venezia ha chiesto l'archiviazione del fascicolo aperto dal procuratore aggiunto Adelchi D'Ippolito in seguito alla denuncia presentata da Massimo Giuseppe Bossetti, l’uomo condannato in via definitiva con l’accusa di aver ucciso Yara (e che si è sempre proclamato innocente). A anticipare le ultime notizie sul caso è oggi l'edizione Bergamasca del Corriere.
Indagati per frode in processo e depistaggio sono finiti il presidente della Prima sezione penale del Tribunale di Bergamo, Giovanni Petillo, e la funzionaria responsabile dell’Ufficio corpi di reato, Laura Epis, ricorda il quotidiano. E ora è lo stesso D'Ippolito a chiedere di archiviare le accuse, perché né le verifiche né i testimoni hanno fatto emergere la prova che, da parte degli indagati, ci sia mai stata la volontà di distruggere o danneggiare quei 54 campioni di Dna estratti dagli slip e dai leggings di Yara, e che hanno costituito la prova-principe.
Ora la difesa di Bossetti può presentare opposizione alla richiesta di archiviazione e a quel punto dovrà decidere il giudice di Venezia se chiudere il caso una volta per tutte oppure ordinare nuove verifiche. Intanto, sull'esame e sulla verifica della conservazione dei reperti chiesti dalla difesa, la Corte di Cassazione nei giorni scorsi ha rimandato ancora una volta la questione a Bergamo.