video suggerito
video suggerito
Omicidio Vanessa Ballan

Omicidio Vanessa Ballan, la chiamata al 112 di Bujar Fandaj: “Quello che non dovevo fare l’ho fatto”

La confessione di Bujar Fandaj sarebbe stata fatta direttamente al 112 dopo l’omicidio di Vanessa Ballan: “Quello che non dovevo fare, l’ho fatto”, dice il 41enne kosovaro.
A cura di Davide Falcioni
68 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Alcune frasi pronunciate al telefono durante la chiamata al 112 costituirebbero la prova della confessione di Bujar Fandaj, l'imbianchino kosovaro di 41 anni accusato di omicidio volontario pluriaggravato per avere ucciso nella sua casa Vanessa Ballan, la sera del 19 dicembre scorso. Secondo gli inquirenti, una dichiarazione in particolare proverebbe la sua colpevolezza. "Quello che non dovevo fare l'ho fatto", ha infatti detto l'uomo al carabiniere che cercava di convincerlo a consegnarsi.

"La m… che ho fatto", dice al telefono Fanaj. Il militare che dialoga con lui cerca di calmarlo: "Sono cose che possono succedere e lo sappiamo benissimo, c'è un'ambulanza lì vicino con la luce blu, se la vedi chiedi soccorso ai due infermieri. Non ti preoccupare, non succede niente. Poi parliamo". Ma l’ex amante di Vanessa Ballan risponde: "Quello che non dovevo fare, l'ho fatto". "Lo so – gli risponde il carabiniere – hai sbagliato, lo sappiamo benissimo. Tu lo sai che hai sbagliato, noi anche, facciamo il nostro lavoro".

Immagine

La registrazione della chiamata al 112 per gli investigatori è una confessione a tutti gli effetti, una prova che va a sommarsi agli altri indizi di colpevolezza raccolti dalla procura di Treviso nei confronti di Bujar Fandaj: il movente passionale, l'arma del delitto (un coltello), il martello usato per sfondare la porta di casa della ragazza, il video in cui lo si vede entrare in giardino, una denuncia per stalking da parte della vittima.

Dal canto loro gli avvocati di Fandaj hanno rinunciato a impugnare davanti al Tribunale del Riesame di Venezia l'ordinanza di custodia cautelare sulla base della quale l'artigiano era finito in carcere a Treviso. "Essendo sorta la necessità di tutelare maggiormente la riservatezza della fase processuale in corso – hanno spiegato Chiara Mazzocato e Daria Bissoli – abbiamo ritenuto opportuno rinunciare all'istanza davanti al Tribunale della Libertà che era stata presentata". Fandaj, che durante l'interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere, sarà nuovamente sentito dal pubblico ministero Michele Permunian il 30 gennaio prossimo.

68 CONDIVISIONI
34 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views