Omicidio-suicidio di Venaria: la pistola era stata rubata a un prete
Antonino La Targia, il 46enne che sabato sera a Venaria Reale – in provincia di Torino – ha freddato con sei colpi di pistola la moglie, Maria Masi, 41 anni, dalla quale si stava separando, ha utilizzato un'arma rubata al parroco di Lusigliè. L'uomo si è poi suicidato con la stessa pistola. Il furto risale al novembre 2016. In quell'occasione, dalla casa di don Luciano Bardesono, oggi 81enne prete in pensione di Lusigliè, Ozegna e Ciconio, in Canavese, i ladri portarono via qualche spicciolo, quattro pistole e due medaglie d'oro del Torino Calcio. Gli autori del furto non sono mai stati identificati.
Stando a quanto accertato Antonino La Targia ha assassinati la moglie sparandole almeno sei colpi di pistola dopo averla incontrata in strada nei pressi dell’Allianz Stadium; subito dopo è tornato a casa e si è sparato alla testa. Sembra che l’uomo, su Facebook, avesse velatamente annunciato le sue intenzioni: come accaduto la scorsa settimana con Claudio Baima Poma, il papà di Rivara che ha ucciso il figlioletto prima di suicidarsi dopo aver scritto un lungo post, anche La Targia aveva affidato un messaggio ai social prima del delitto. "Mi è sembrato di vivere in un film, ora quel film è finito".
Sembra inoltre che il killer, che da qualche anno era costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente, avesse minacciato in passato la moglie, tanto che i parenti della donna avevano attivato un Codice rosso, provvedimento che rende più rapida l'instaurazione del procedimento penale e l'eventuale adozione di provvedimenti di protezione delle vittime. Antonino La Targia e Maria Masi vivevano nel Torinese coi due figli minori che da alcune settimane la donna, infermiera al centro dialisi dell'ospedale Cto di Torino, aveva portato con sé a casa dei nonni.