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Omicidio-suicidio a Collegno, Anna uccisa dal compagno per strada: “Aveva paura, lui la insultava”

Continuano le indagini sull’omicidio-suicidio di Collegno, dove ieri Francesco Longhitano, 81 anni, ha ucciso la compagna Anna Lupo a colpi di pistola in strada. Una vicina di casa della coppia: “Le lasciava la porta sempre aperta per poter fuggire più in fretta”.
A cura di Ida Artiaco
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È sotto choc la comunità di Collegno per l'omicidio-suicidio consumatosi ieri, lunedì 19 agosto, nella centrale piazza del Municipio. Intorno alle 11 Francesco Longhitano, 81 anni, ha esploso due colpi di pistola contro la compagna Anna Lupo, di un anno più grande di lui, poi ha rivolto l'arma contro se stesso e si è tolto la vita. La donna, soccorsa, è deceduta in ospedale.

Prima di compiere il delitto, l'uomo, secondo alcuni testimoni, avrebbe urlato alla convivente: "Mi hai rovinato la vita". I due vivevano poco distanti dal luogo della tragedia e pare che lui soffrisse di depressione. Le indagini sono ancora in corso e secondo gli inquirenti, che stanno cercando di ricostruire esattamente la dinamica di quanto successo, il movente sarebbe proprio di carattere familiare. Prima di uccidere la compagna, lui era andato al bar sotto casa a prendere il caffè. Una mattina come le altre, poi il dramma.

Le liti tra i due pare fossero frequenti. Come ha raccontato una vicina di casa a La Stampa: "Anna? L'ho vista sabato e non ho notato nulla di strano. Ho una figlia piccola e a volte mi diceva “Posso fare da baby-sitter alla tua bimba?”. Le aveva anche regalato un palloncino di Harry Potter. Ma spesso sentivo urla provenire da quella casa". Secondo la vicina, Anna "lasciava la porta sempre aperta per poter fuggire più in fretta. Lui era schivo, urlava e la insultava".

Sulla vicenda sempre ieri era intervenuto anche il sindaco di Collegno, Matteo Cavallone, che in un messaggio condiviso sul proprio profilo Facebook ha affermato che "questo drammatico evento ci ricorda che la violenza, in qualsiasi forma e a qualsiasi età, è inaccettabile. È nostro dovere come comunità non solo condannare tali atti, ma anche lavorare insieme per prevenire simili tragedie in futuro. Dobbiamo essere vigili, ascoltare, e supportare chiunque possa trovarsi in una situazione di vulnerabilità".

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