Omicidio stradale, anche non riparare buche e segnali stradali è un reato
Dallo scorso marzo è in vigore la legge sull'omicidio stradale, che introduce un nuovo reato per chi in seguito a comportamenti pericolosi alla guida provochi il decesso di una persona, con pene che vanno dagli otto a un massimo di diciotto anni in caso di aggravanti. A poter essere puniti per la loro condotta, però, non saranno solo coloro che si mettono in macchina in stado d'ebbrezza, guidano a folle velocità o senza le dovute precauzioni: secondo la nuova legge e una circolare di coordinamento con il Codice stradale emessa recentemente dal ministero dell'Interno, potranno essere sanzionate anche le condotte di chi avrebbe dovuto vigilare o intervenire su strade dissestate, cartelli stradali mancanti, guardrail assenti. Tutte quelle circostanze che, spesso, sono causa di incidenti mortali.
Il FattoQuotidiano riporta i punti principali della circolare inviata dal Viminale a Prefetture, Questure, Carabinieri, Polizia e Finanza, riguardanti le responsabilità di chi gestisce le strade e anche quelle di chi fabbrica le automobili:
"La fattispecie generica di omicidio colposo è quella commessa con violazione delle norme sulla circolazione stradale la cui pena rimane la reclusione da due a sette anni… Il reato ricorre in tutti i casi di omicidio che si sono consumati sulle strade… anche se il responsabile non è un conducente di veicolo. Infatti, le norme del Codice della strada disciplinano anche comportamenti posti a tutela della sicurezza stradale relativi alla manutenzione e costruzione delle strade e dei veicoli".
Secondo l'articolo 14 del Codice della strada, infatti, gli enti "enti proprietari, allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione" devono provvedere alla "manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi", al controllo tecnico della "efficienza delle strade e relative pertinenze" e anche alla "apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta".
L'articolo si riferisce a Stato, Regioni, Comuni e anche alle società che hanno ricevuto in concessione dallo Stato le autostrade. Tutti questi soggetti, quindi, sono chiamati a intensificare le operazioni di manutenzione e sistemazione per evitare di incorrere nel nuovo reato di omicidio stradale in caso di incidenti. Una circostanza che, ricorda Il FattoQuotidiano, riguarda in particolare l'Anas – che gestisce 25 mila chilometri di strade. Secondo Lino Setola, presidente della sicurezza stradale di Finco – federazione di imprese di costruzione di opere specialistiche, la società per un decennio "ha inseguito il miraggio delle grandi opere con risultati non solo modesti, ma negativi perché questa scelta ha di fatto comportato non solo che le grandi opere non sono state realizzate, ma ha sottratto risorse importanti periodicamente destinate in passato alla manutenzione delle strade statali".