Omicidio Sonia Di Maggio, l’ultimo messaggio di Carfora: “Siete due morti che camminano”
Uno degli ultimi messaggi di Salvatore Carfora all'ex Sonia Di Maggio: "Siete due morti che camminano". Un messaggio che Sonia e Francesco, il suo nuovo compagno, hanno preso come una minaccia che però non avrebbe trovato seguito. Invece Carfora ha viaggiato dalla Campania alla Puglia, per aggredire Sonia. L'ha accoltellata più e più volte, lasciandola morire dissanguata in strada. Si è nascosto per un'intera nottata prima di tentare nuovamente la fuga verso la Campania, ma è stato fermato dalle forze dell'ordine e alla fine ha dovuto indicare loro dove trovare l'arma del delitto. Per l'omicida, la ragazza non doveva appartenere a nessun altro: lo avrebbe spiegato lui stesso nel corso dell'udienza per la convalida del fermo.
Secondo il gip, l'uomo avrebbe potuto uccidere anche Francesco se fosse rimasto ancora in libertà. "Nella sua testa – scrive – è colui che gli ha tolto la fidanzata". Per dimostrare a Sonia il suo "amore", Carfora aveva raggiunto casa di sua madre per sapere dove lei fosse. La ragazza però aveva deciso di non tornare più a Napoli, impaurita dall'ex fidanzato che più volte l'aveva picchiata, lasciandole anche una cicatrice in volto.
Carfora ha affermato quella che ormai è diventata una triste frase fatta: "Se l'è cercata". Per lui, secondo quanto scritto dal Gip, era inaccettabile che Sonia non volesse più stare con lui nonostante lui non l'avesse picchiata negli ultimi due mesi. Per lui era assolutamente normale pretendere che la compagna non lavorasse perché, in quanto bella ragazza, chiunque avrebbe potuto guardarla. Sonia Di Maggio avrebbe dovuto stare in casa tutto il tempo per uscire soltanto quando Carfora poteva controllarla. Soprattutto, lei non avrebbe dovuto permettersi di rifarsi una vita con un altro uomo. Non dopo essere stata con lui ed essere stata, secondo il ragionamento malato, "roba sua".