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Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

Omicidio Sarah Scazzi: Sabrina Misseri, condannata all’ergastolo, sarà liberata in anticipo

Sabrina Misseri, la giovane di Avetrana condannata all’ergastolo per l’omicidio della cugina Sarah Scazzi, potrà beneficiare di uno sconto di pena: la ragazza godrà di una liberazione anticipata di oltre un anno e quattro mesi (495 giorni) per la qualità del percorso rieducativo intrapreso in carcere.
A cura di Davide Falcioni
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Sabrina Misseri, la ragazzi di Avetrana condannata all'ergastolo per l'omicidio della cugina Sarah Scazzi, potrà beneficiare di uno sconto di pena: la giovane godrà di una liberazione anticipata di oltre un anno e quattro mesi (495 giorni). A deciderlo è stato il tribunale di sorveglianza di Taranto, che ha accolto le richieste dell'avvocato Nicola Marseglia contenute nell'appello contro il primo diniego del magistrato. Sabrina, così come la madre Cosima Serrano che ha già ottenuto lo stesso sconto di pena, si è mostrata partecipe alle attività di rieducazione dell'istituto penitenziario, ha conseguito il diploma di scuola superiore ed ha diligentemente rispettato le norme di condotta in regime carcerario. Non ha rilevanza ai fini della decisione sullo sconto di pena, secondo il tribunale, il fatto che la ragazza continui a proclamarsi estranea ai fatti.

Un paio di mesi fa alla stessa richiesta di concedere uno sconto di pena i giudici avevano negato l'assenso. Come spiega Il Messaggero, "il legale di Sabrina aveva impugnato il no del magistrato di sorveglianza, che aveva respinto l'istanza presentata a suo tempo in favore della detenuta. Quel no era giunto sul presupposto che la stessa Sabrina avesse collezionato in carcere alcune sanzioni disciplinari; avesse mostrato una totale assenza di revisione critica rispetto all'omicidio e al depistaggio successivo; e si fosse posta nelle condizioni di non poter ottenere il riconoscimento ‘dell'attiva partecipazione all'opera di rieducazione, ritenuta necessaria per il riconoscimento dei primi benefici penitenziari'".

Stavolta però il tribunale ha rilevato infatti che "il requisito della partecipazione all'opera di rieducazione non può ritenersi non integrato per la sola circostanza che il condannato continui a proclamare la sua estraneità ai fatti". Da qui la decisione di concedere uno sconto di pena di un anno e mezzo.

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