Omicidio Sara Ruschi, il figlio 17enne: “Mio padre ha ucciso mamma e nonna, spero gli diano l’ergastolo”
"Spero che solo che gli diano l'ergastolo, per me lui non esiste più e non è mai esistito". Ha parlato per la prima volta dal giorno dell'omicidio della madre e della nonna, Brunetta Ridolfi, il figlio di Sara Ruschi che, prima ancora di compiere 17 anni, ha assistito al delitto.
A processo per aver ucciso le due donne, di 38 e 73 anni, nella loro casa nel centro di Arezzo, è il padre del ragazzo, Jawad Icham, coetaneo della madre e di origini magrebine. In una lunga intervista al Corriere della Sera il 17enne ha raccontato il difficile rapporto con l'uomo e ha ricordato cosa accaduto quella notte.
Il rapporto di Jawas Icham e Sara Ruschi
"Non lo conoscevo prima e non lo conosco adesso. Nei suoi confronti non provo niente", ha detto. L'uomo, ricorda il quotidiano, ha scritto un biglietto con cui chiede perdono e l'accesso a qualche forma di giustizia riparativa. Così come la possibilità di mantenere un rapporto con il figlio e la figlia di 2 anni. "Per me quel biglietto è solo carta straccia. Poteva fare qualcosa di meglio prima e non lo ha fatto", è stato il commento del ragazzo.
Secondo quanto ha raccontato, l'uomo avrebbe avuto un cambiamento negli ultimi anni, diventando sempre più aggressivo con il passare del tempo. Mentre, parlando della mamma, il ragazzo ha detto che "era affettuosa, non era la mamma che brontolava, era brava, quando non lavorava si stava sempre insieme, poi la vedevo solo alla mattina e al pomeriggio, la sera per cenare c’era Javad ma non cucinava tanto bene".
"L'ultimo anno per lei è stato pericoloso"- ha aggiunto – "Nei giorni prima del fatto mi ha raccontato che quando era incinta di mia sorella lui ubriaco voleva darle un cazzotto e farla cadere per terra. Una volta ho cercato di dividerli: ‘Chiamo la polizia, avverto i nonni'. Poco prima che succedesse tutto, dopo una discussione, ci minacciò: ‘Prendo questo coltello e vi ammazzo tutti', temevo anche per la mia sorellina".
Il figlio di Sara ha ricordato anche che "tre giorni prima del ‘fatto' era andata a fare una denuncia, voleva buttarlo fuori di casa. Le dava noia, lei giocava con un gioco, parlava con altra gente, lui pensava che lo stesse tradendo".
La notte del delitto
Ripercorrendo invece le ultime ore della mamma e della nonna, il ragazzo ha ricordato di essere stato svegliato dalla 73enne "insanguinata", poi di essere uscito dalla sua camera e di aver incrociato l'uomo mentre scappava. "Non mi ha nemmeno guardato in faccia. Gli ho chiuso la porta alla spalle con la chiave nella toppa, temevo che potesse tornare indietro ad uccidere me e la mia sorellina", ha detto il 17enne.
Poi è corso in camera e ha trovato la madre ferita a morte. "Aveva uno squarcio all'addome, le ho messo un asciugamano per tamponare la ferita. Poi ho provato a farle il massaggio cardiaco, come avevo visto in tv nella serie americana 911. Intanto ho chiamato il 118. Poi ho telefonato al nonno che è arrivato in 10 minuti: "La nonna non c'è più", gli ho detto. Subito dopo aver chiamato il 118 mi sono affacciato alla finestra. Lui era ancora sotto, sulla strada. Gli ho urlato un insulto. Poi lo ho rivisto da lontano al processo. Non è più mio padre, non lo è mai stato".