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Omicidio Sara Campanella

Omicidio Sara Campanella, Stefano Argentino rifiuta cibo in carcere: “Dice che vuole morire”

Il legale del giovane reo confesso dell’omicidio di Sara Campanella sostiene che il giovane si rifiuta di mangiare e di bere in cella perché “insiste nella propria volontà di voler morire”. Intanto perseguono le indagini sulla fuga e il ruolo della madre dopo il delitto.
A cura di Antonio Palma
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Stefano Argentino da quattro giorni si rifiuta di mangiare e di bere in cella dove è rinchiuso per l’omicidio di Sara Campanella, collega di studi universitari di cui si era invaghito non corrisposto, uccisa a coltellate in strada a Messina nel pomeriggio del 31 marzo. Lo rendono noto i suoi legali spiegando che il giovane reo confesso “insiste nella propria volontà di voler morire”.

Secondo quanto hanno ricostruito gli avvocati a Fanpage.it, il giovane avrebbe espresso pensieri suicidi già subito dolo il delitto di Sara quando ha chiamato la madre spiegando che voleva togliersi la vita, pur senza fare riferimento al delitto ma menzionando solo una vita fallita. Pensieri che il giovane avrebbe ora confermato in cella.

“Ho trovato un ragazzo molto, molto provato Sta male, da quattro giorni non mangia e non beve, insiste nella propria volontà di voler morire” ha raccontato infatti l’avvocato Stefano Andolina all’Adnkronos. “È un ragazzo molto introverso, molto chiuso, parla poco ed è sotto choc. Gli agenti della Polizia penitenziaria ci hanno chiesto di convincerlo a nutrirsi. Stefano è più che pentito, voleva togliersi la vita subito dopo il delitto. Un proposito che mantiene ancora adesso” ha aggiunto il legale che lo ha visitato in carcere.

La fuga e il ruolo della madre di Stefano Argentino

I pensieri suicidi di Argentino sarebbero alla base anche delle azioni della madre del giovane subito dopo il delitto. "Era disperato a telefono, mi ha detto che stava per uccidersi. In quel momento mi è caduto il mondo addosso, il primo pensiero era togliergli il suicidio dalla testa: dovevo salvargli la vita” ha raccontato la donna ai carabinieri, spiegando che solo in auto quando stavano tornando a casa il giovane ha confessato di aver ucciso Sara Campanella. "È salito in auto, aveva un cappuccio in testa e teneva il volto contro il sedile. Non ha detto una parola. Soltanto pochissimi minuti prima di arrivare a casa, Stefano Argentino ha ammesso l'omicidio. Pochi minuti dopo sono arrivati i carabinieri" è la ricostruzione dei mamma e legali.

“Diceva che era una ragazza dolce, solare, intelligente e bella, e che c'era una simpatia, non aveva mai parlato di altro” ha aggiunto la madre dell’assassino, sostenendo di avere portato il figlio a Noto non per aiutarlo a fuggire, ma per cercare di salvarlo. “Non sono andati a casa, ma nel b&b di famiglia, vicinissimo alla loro abitazione, solo per non spaventare il fratello di Stefano” ha spiegato invece il legale.

Le indagini sulla fuga e le 6 ore di buco prima dell'arresto

La madre ha anche scritto un biglietto, poi trovato dai carabinieri, destinato all'altro figlio per giustificare che non sarebbe tornata a casa. Elementi che serviranno a ricostruire le 6 ore trascorse tra il delitto e la cattura dello studente universitario e che avevano fatto ipotizzare a inquirenti e al Gip che potesse essere stato aiutato dai familiari nella fuga. Stefano Argentino ha confessato poi il delitto agli inquirenti senza però chiarire i dettagli e limitandosi a dire di essere fuggito perché non sapeva cosa fare.

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