Omicidio Saman, l’avvocato del cugino critica la Procura: “Nessuna prova contro Nomanullaq”
"Dovete assolvere Nomanhulaq Nomanhulaq perché non c’entra nulla con la morte di Saman Abbas". Lo ha detto nella sua arringa davanti alla Corte di assise di Reggio Emilia l'avvocato Luigi Scarcella, difensore di uno dei due cugini della ragazza pakistana scomparsa a Novellara e poi trovata cadavere in un casolare abbandonato nel comune della Bassa Reggiana.
L'uomo è imputato per omicidio, insieme allo zio Danish Hasnain e ai genitori della 18enne che, secondo le accuse, sarebbe stata uccisa per essersi opposta ad un matrimonio combinato. Secondo l'autopsia è stata strangolata nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio.
Secondo la ricostruzione della difesa di Nomanhulaq, nessuno dei due cugini ha preso parte al delitto. Il legale ha fatto diverse critiche sul lavoro della Procura, del giudice per l'indagine preliminare durante l'incidente probatorio del fratello di Saman nel giugno 2021, e anche del giudice del Riesame.
Ha anche parlato di un "grave errore tecnico-giuridico" per quanto riguarda lo scavo fatto dalla polizia giudiziaria: "È stata distrutta la stratigrafia del terreno, facendo così perdere prove a discarico degli imputati". Ha detto anche che "il 29 aprile 2021 non fu fatta alcuna buca in cui seppellire Saman". E ha posto i giudici di fronte a una questione "insuperabile", sul momento in cui Nomanhulaq, Ijaz e Hasnain furono ripresi con pale e attrezzi in mano: "Se tutto fu premeditato, perché si sarebbero fatti riprendere dalle telecamere, manco fossero al cinema?'.
Dopo di lui interverrà il difensore di Danish Hasnain, lo zio che ha fatto ritrovare il cadavere di Saman ed indicato come l'esecutore materiale dell'omicidio. Anche per lui, come per Nomanhulaq e Ikram i pubblici ministeri hanno chiesto trent’anni. Per i genitori Shabbar e Nazia invece l’ergastolo: di loro si parlerà giovedì.