Omicidio Saman Abbas, sul corpo e sugli indumenti nessuna traccia del Dna di genitori, zio e cugini
Sui resti e gli indumenti di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa a maggio del 2021 e il cui cadavere è stato trovato lo scorso novembre nei pressi di un casolare di Novellara, non c'è traccia del Dna di nessuno dei 5 imputati al processo relativo al suo omicidio.
E cioè del padre Shabbar, dello zio Hasnain Danish, dei cugini Nomanulhaq Nomanulhaq e Ijaz Ikra, e della mamma Nazia Shaheen, unica al momento ancora latitante. È quanto è emerso dalla perizia effettuata dal team di anatomopatologi nominati dal Tribunale di Reggio Emilia, da mesi impegnati nelle analisi dei resti della giovane, nell’Aula della Corte d’Assise. Il padre della ragazza, si è messo a piangere quando ha visto le immagini dei resti della figlia che man mano i periti proiettavano.
Secondo i periti Cristina Cattaneo, Biagio Leone e Roberto Giuffrida, sono emersi invece due profili genetici, uno maschile e uno femminile, che non risultano legati ai parenti della vittima. Gli esperti hanno passato al setaccio cinque metri quadrati di terreno, dove è stata sepolta la giovane, per trarne più elementi possibili.
"Il corpo era molto compromesso – ha detto Cattaneo -. L’esumazione è stata complicata dell’incastro della testa e dei piedi dentro due nicchie create nella fossa". L'esperta anche confermato che Saman è morta "per asfissia meccanica dovuta a frattura dell’osso ioide", presumibilmente da strozzamento a mani nude, hanno precisato in aula.
In totale la sua agonia "potrebbe essere durata anche otto minuti", ha detto Cattaneo. Infine, il corpo della vittima è stato posto nella buca che era stata precedentemente scavata – stando agli accertamenti – solo con badili compatibili con quelli ritrovati nella casa di Campagnola in cui abitavano lo zio e i due cugini.