Omicidio Saman Abbas, il Ris: “Mai vista una buca così profonda come quella in cui è stata trovata”
“Sono rimasto sorpreso dalla profondità della buca, che necessita di un lavoro fisico consistente e di capacità tecnica”. Sono le parole di Giampietro Lago, comandante del Ris dei carabinieri (Reparto investigazioni scientifiche) di Parma nel corso del dibattimento odierno a Reggio Emilia sul caso di Saman Abbas, la 18enne pakistana di Novellara, uccisa perché si era opposta ad un matrimonio combinato e il cui cadavere è stato rinvenuto lo scorso novembre interrato in un casolare proprio nei pressi della sua abitazione. Per l'omicidio figurano imputati i genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, lo zio Danish Hasnain e il cugino Nomanulhaq Nomanulhaq.
"La fossa era di dimensioni importanti per quanto riguarda la profondità – ricorda Lago – l'altezza dello scavo, quando i colleghi si accorsero dei resti umani, era di un metro e mezzo. Aggiungendo lo spessore del cadavere e altri residui sottostanti, il livello era compreso tra un metro e mezzo e due metri".
Il comandante ha fatto confronti con altri tragici casi di cronaca – per esempio quello di Marilena Rosa Re, 58enne sparita e poi trovata sepolta nel 2017 nel giardino dell'omicida – riferendo di “non aver mai visto una buca così profonda come quella scavata per Saman”.
Il luogotenente del Ris Franco Mura ha elencato le misure precise della fossa scavata nel rudere vicino a casa dagli Abbas: “lunga 1,90, larga 80 centimetri e profonda 1,26” al livello del ritrovamento del cadavere.
E poi ha elencato una serie di reperti trovati, tra cui un mozzicone di sigaretta: “Abbiamo rimosso la terra degli scavo, messa in una benna e poi in due sacchi: è emerso un mozzicone di sigaretta. Il vigile del fuoco lo ha poi riposizionato dove lo aveva trovato. È stato poi fatto un tampone biologico sul guanto usato dal vigile del fuoco per prendere il mozzicone”.