Omicidio Saman Abbas

Omicidio Saman Abbas, il fratello Alì Haider ammesso come testimone: “Così si riapre il processo”

È iniziato il processo d’appello per l’omicidio di Saman Abbas, la ragazza uccisa dai familiari nel 2021 a Novellara. “Io sono una mamma innocente”, ha detto in aula la madre Nazia Shaheen, già condannata all’ergastolo insieme al marito. Al termine dell’udienza la Corte ha ammesso come testimone il fratello della vittima, Alì Haider. Prossima udienza attesa per il 6 marzo.
32 CONDIVISIONI
Da sinistra: Nazia Shaheen, la madre di Saman Abbas (al centro), e lo zio Danish Hasnain. - Foto Maria Elena Gottarelli/Fanpage.it.
Da sinistra: Nazia Shaheen, la madre di Saman Abbas (al centro), e lo zio Danish Hasnain. – Foto Maria Elena Gottarelli/Fanpage.it.
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

“Io sono una mamma innocente, non sono una mamma che ha ucciso”. Sono le parole della madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen, per la prima volta in aula giovedì mattina per l’inizio del processo d’appello per l’omicidio della 18enne pachistana, uccisa dai familiari nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara.

Un’udienza fiume durata oltre nove ore, al termine della quale il presidente della Corte Domenico Stigliano ha ammesso come testimone il fratello della vittima, Alì Haider. Un personaggio chiave in questa vicenda, che in primo grado non era stato ritenuto attendibile in quanto “dichiarante indagato in un procedimento connesso”.

Per l’avvocata Barbara Iannuccelli, che rappresenta il compagno di Saman Abbas, la decisione della Corte d’assise d’appello di farlo rientrare nel dibattimento “di fatto riapre il processo”.

Fu infatti proprio il ragazzo, oggi ventenne ma minorenne all’epoca dei fatti, a far crollare il muro di silenzio intorno agli Abbas, indicando i familiari come responsabili del delitto della sorella, che aveva rifiutato le nozze combinate e che frequentava un giovane senza l’approvazione dei genitori.

Adesso a rischiare non sono più solo Nazia Shaheen e il marito Shabbar Abbas, già condannati all’ergastolo, ma anche lo zio Danish Hasnain (condannato invece a 14 anni) e soprattutto i due cugini Nomanulhaq Nomanulhaq e Ijaz Ikram, che invece in primo grado sono stati assolti.

I cugini di Saman Abbas - Foto Maria Elena Gottarelli/Fanpage.it.
I cugini di Saman Abbas – Foto Maria Elena Gottarelli/Fanpage.it.

Insiste Iannuccelli: “Ali Haider è l’unico testimone oculare di questa aggressione e non ha nessun motivo al mondo per aver mentito e per essere andato contro ai suoi familiari e ai suoi cugini. Perché questo ragazzo avrebbe dovuto mentire? Nessuno è mai stato in grado di rispondermi, il motivo è che quello che ha visto è la verità”.

In aula erano presenti tutti e cinque gli imputati, e Nazia Shaheen, estradata dal Pakistan solo a fine agosto dopo un anno e mezzo di latitanza, ha tenuto il capo chino per tutto il tempo, senza mai alzare lo sguardo verso il marito e il cognato.

La Corte ha anche predisposto la visione di un video della durata di 40 minuti realizzato dai carabinieri contente un assemblaggio dei filmati che ritraggono gli imputati il 29 e il 30 aprile, cioè subito prima del delitto. Le immagini saranno proiettate durante la prossima udienza, il 6 marzo, quando verrà discussa anche la loro ammissibilità per un processo il cui esito, ora più che mai, è tutt’altro che scontato.

32 CONDIVISIONI
275 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views