Omicidio Rosina, sfuma la difesa della rapina: “Dovevamo lasciare segni di effrazione”
Si sgretola la versione della rapina degenerata. Arianna Orazi, suo padre Enrico e il figlio di lei, Enea, dovranno ora ricorrere a una nuova strategia difensiva per l'omicidio di Rosina Carsetti, 78 anni, uccisa in casa alla vigilia di Natale. Pesanti come un macigno per l'accusa sono, infatti, le intercettazioni raccolte nel corso delle indagini a loro carico da parte della Procura di Macerata.
Frasi che suonano come esplicite ammissioni di colpa, come quella pronunciata da Arianna Orazi, l'ideatrice del piano omicida: "Ho fatto due errori – ha detto la donna al figlio Enea, autore materiale dell'omicidio – il primo è non aver lasciato neanche una traccia di effrazione fuori, un'impronta. L'altro è non aver addormentato i cani". "Se va male. – ha poi detto la donna – prendiamo un furgoncino e ce ne andiamo". L'allusione a una fuga ha pesato non poco sulla decisione di chiedere l'arresto da parte del giudice
Incriminante è stata anche l'intercettazione in cui, dopo aver saputo dal figlio Enea che aveva ‘confessato' facendo passare la morte per un incidente, aveva sbottato: "Uno strozzamento non può essere un incidente". L'autopsia non aveva ancora reso nota la causa della morte. E mentre i legali studiano la nuova strategia difensiva e valutano le diverse responsabilità degli indagati, Arianna Orazi e suo figlio hanno sostenuto l'interrogatorio di garanzia dopo l'arresto.
Entrambi sono rimasti in silenzio di fronte al gip. Arianna Orazi ed Enea Simonetti sono stati arrestati nel negozio di famiglia a Macerata, dove si erano trasferiti dopo aver trascorso un breve periodo a casa di Enea, fratello di Arinna e zio (omonimo) di suo figlio Enea. La villetta di Monteccassiano è sotto sequestro dal 24 dicembre,