Omicidio Rkia Hannaoui, il marito: “Non ci credo, non può essere stato mio figlio di 8 anni”
“Non è possibile che sia stato mio figlio, mia moglie è morta per un incidente. Non è possibile, la nostra vita è finita”. È incredulo e disperato Lebdaoui Asmaoui, il marito di Rkia Hannaoui, la 31enne morta lo scorso 28 marzo ad Ariano Polesine (Rovigo). A ucciderla il figlioletto di 8 anni che avrebbe sparato un colpo dalla pistola del vicino di casa per errore.
Per giorni la storia è rimasta un giallo. Martedì poi gli investigatori hanno detto che il proiettile sarebbe stato esploso da una pistola tenuta in mano dal figlio di Hannaoui.
Quest'ultimo, secondo quanto racconta Repubblica, ha custodito il segreto per almeno una settimana insieme al fratello più grande, 12enne, salvo poi crollare in un pianto quando i carabinieri sono arrivati a casa con l’esito dello Stub, il tampone in grado di rilevare le microparticelle di polvere da sparo.
La loro ipotesi è che i due figli di Rkia abbiano trovato la pistola in un capanno degli attrezzi appartenente a un vicino di casa. Dopo che Hannaoui è stata colpita i bambini avrebbero chiamato il vicino, che però ha dato ai carabinieri una versione dell’accaduto completamente diversa, forse con l'obiettivo di non far ricadere alcuna colpa su se stesso, oltre che per proteggere gli stessi piccoli che, affettuosamente, lo chiamavano ‘nonno'.
Possibile che i bambini si siano imbattuti nell'arma, regolarmente registrata dall'anziano, insieme ad alcuni fucili, mentre stavano giocando lì in campagna. Sebbene il proprietario, che adesso dovrà rispondere della mancata custodia delle armi, ha dichiarato: "La pistola era in sicurezza in camera mia, nel comodino. Era lì ma poi io non ho più guardato".
Rkia era appena rientrata in casa quando i figli l’hanno raggiunta. Lì, in cucina, è partito il colpo che l'ha centrata alla testa. Lebdaoui Asmaoui non è ancora pronto a credere a queste versione: "Non è possibile che sia stato mio figlio, mia moglie è morta per un incidente" avrebbe detto. L'uomo era a lavoro quando è avvenuta la tragedia.
Per la procuratrice della Repubblica Manuela Fasolato, "l’omicidio è da ritenersi, allo stato, di natura colposa, frutto di condotta accidentale".