L’assassino di nonna Pierina potrebbe avere le ore contate. Specialmente dopo gli ultimi accertamenti irripetibili effettuati dalla polizia scientifica sulla scena del crimine. Nel fascicolo della Procura di Rimini, infatti, non ci sarebbe solamente la traccia audio nella quale si sentono le urla di Pierina Paganelli, ma anche alcune immagini relative alla sera in cui si è consumato l’omicidio e che sarebbero state registrate dalla videocamera di sorveglianza di una farmacia che si trova proprio davanti al condominio dove abitava la pensionata.
Dicevamo. Nella nottata di ieri gli uomini della scientifica, affiancata da ingegneri e agenti del servizio centrale operativo di Roma, sono tornati sul luogo del delitto con l'obiettivo di comprendere ogni aspetto, cercando di identificare se i rumori uditi, come l'ascensore, la serranda del garage e altri suoni, possano rivelare il percorso e i movimenti dell'assassino nelle fasi preparative dell’azione omicidiaria, che si è verificata intorno alle 22:10 dello scorso 3 ottobre.
La temporanea sequenza degli eventi è confermata da due diverse registrazioni video: una, interna alla farmacia, mostra l'auto di Pierina che entra nel garage alle 22:08 e contestualmente immortala potenzialmente due ombre. L'altra, invece, registra le angoscianti grida della vittima pochi minuti dopo.
L'assassino potrebbe dunque averla attesa nell'oscurità, probabilmente nel passaggio che conduce alle scale e all'ascensore. All'esterno del garage, non emergono ombre misteriose, tranne quella del cancello automatico che si richiude.
I nuovi accertamenti e la voce dell'assassino registrata prima dell'omicidio
La buona riuscita dei rilievi fonometrici dipende dai dettagli relativi al luogo, al momento e alle condizioni ambientali presenti durante le misurazioni. E di conseguenza dalla pressione sonora in termini di decibel nell’area d’interesse. Vale a dire l’energia acustica, l’intensità del suono emesso. Variabili di fondamentale importanza e dalle quali non si può prescindere quando si svolgono attività di questo tipo.
Nel caso del delitto di Rimini, quindi, si fa riferimento proprio al “Ciao” e alla bontà acustica con il quale è stato pronunciato. Un “ciao” che con elevata probabilità ha pronunciato l’assassino della signora Pierina prima di ucciderla. Un saluto confidenziale che fuga ogni dubbio. L’ex infermiera ormai in pensione conosceva chi l’ha aggredita mortalmente. Questa ormai appare più che una certezza investigativa.
Non è infatti un caso che gli investigatori siano tornati a fare rilievi fonometrici nel garage. Difatti, l’obiettivo è sicuramente quello di svolgere un’attività comparatistica con la voce di qualcuno che già è stato inserito dagli inquirenti nella rosa dei sospettati. Un’attività che richiede inevitabilmente un'ispezione visuale della zona interessata per identificare le potenziali fonti di disturbo acustico.
Tornando al caso concreto, è altamente probabile che gli accertamenti di matrice genetica e biologica espletati ormai qualche settimana fa abbiano dato qualche informazione sul delitto. E che gli inquirenti cerchino quindi elementi, come la registrazione della voce, che vadano a circostanziare la prova scientifica. Proprio perché vittima e carnefice verosimilmente si conoscevano, di per sé il riscontro di profili genetici non sarebbe sufficiente ad incastrare l’omicida di Pierina.
Omicidio Pierina, a chi appartengono le ombre cristallizzate dalle telecamere?
Le due ombre immortalate nei frame attenzionati dagli inquirenti farebbero ipotizzare che l’assassino della pensionata possa aver avuto un complice. Qualcuno che lo abbia aiutato a coprire l’omicidio, magari preoccupandosi che durante la relativa commissione non arrivasse qualcuno. Oltre che a depistare le indagini nei momenti successivi. Quel che è certo è che il cerchio si stringe sempre di più intorno alle persone che gravitavano quotidianamente nella vita di Pierina Paganelli.