Omicidio Ravenna: “premeditazione e crudeltà” le nuove accuse per il dermatologo tv
Premeditazione ed estrema crudeltà. Sono le nuove contestazione alle quali, come scrive oggi Il Resto Del Carlino, deve rispondere Matteo Cagnoni, il 51enne dermatologo da 25 giorni in carcere con l’accusa di avere ucciso a Ravenna la mattina del 16 settembre scorso a bastonate in testa la moglie, la 39enne Giulia Ballestri. Le due aggravanti vanno ad aggiungersi alle accuse già mosse dalla Procura (la violenza sessuale e l’omicidio della consorte). E che, in caso di condanna, secondo il codice penale prevedono pene sino all’ergastolo.
Ci sarebbero nuove prove che incastrano Cagnoni. Secondo le indiscrezioni trapelate durante l'udienza davanti al Tribunale del Riesame di Bologna, sarebbero state infatti trovate tre impronte digitali del 51enne su tracce di sangue che l'accusa presume essere della vittima. La polizia scientifica le ha isolate in luoghi diversi della villetta abbandonate in cui è stato rinvenuto il cadavere della donna.
A riferire all'AdnKronos, del ritrovamento di "impronte e macchie che saranno oggetto di perizie scientifiche", confermando le indiscrezioni, è l'avvocato della difesa Giovanni Trombini.
Matteo Cagnoni – che attualmente è detenuto nel carcere di Sollicciano di Firenze – non ha rilasciato nuove dichiarazioni, ma “ha ribadito la sua innocenza” e, come già affermato al momento del fermo, “di essere fuggito solo per paura” spiega il legale. Per il suo assistito Trombini ha chiesto "gli arresti domiciliari a casa del padre" abbinati "al braccialetto elettronico". Il gip Piervittorio Farinella il 29 settembre scorso aveva confermato la custodia cautelare in carcere per il 51enne, alla luce proprio dei presunti pericoli di fuga e di inquinamento prove.