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Omicidio di Pierina Paganelli a Rimini

Omicidio Pierina Paganelli, resta in carcere Louis Dassilva: la decisione del Tribunale del Riesame

Resterà in carcere Louis Dassilva, il 34enne indagato e accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne trovata morta a Rimini il 3 ottobre. Il Tribunale del Riesame di Bologna si era riservato la decisione sulla custodia in carcere del metalmeccanico.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Louis Dassilva
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Resta in carcere Louis Dassilva, il 34enne indagato e accusato dell'omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne trovata morta nello stabile di via del Ciclamino di Rimini. A confermare la custodia cautelare in carcere, il Tribunale del Riesame di Bologna. Lunedì 9 settembre Dassilva si era presentato davanti al Tribunale del Riesame. In quella sede, la sua difesa era pronta a smontare la prova regina alla base dell'impianto accusatorio della Procura, ossia il video registrato da una telecamera di videosorveglianza dell'impianto di una farmacia nei pressi di via del Ciclamino.

Secondo la difesa di Dassilva, infatti, l'uomo inquadrato dalla telecamera intorno alle 21.17 non era "chiaramente visibile". Per i legali, non si tratta neppure del 34enne, che agli inquirenti aveva raccontato di essere rimasto a casa con la moglie nella sera del 3 ottobre. A confermare il suo racconto anche Valeria Bartolucci, che però, stando anche a quanto risulta dalle carte delle indagini, quella stessa sera si era addormentata sul divano intorno alle 21. 

Per gli inquirenti, Dassilva avrebbe ucciso per tutelare la sua relazione con la vicina di casa e nuora della vittima, Manuela Bianchi. Secondo chi indaga, il 34enne avrebbe assassinato Paganelli per continuare la relazione extraconiugale con Bianchi e contemporaneamente mantenere il matrimonio con Bartolucci che negli anni avrebbe permesso all'uomo un tenore di vita agiato.

Durante l'udienza sarebbero state presentate alcuni nuovi elementi da analizzare per ricostruire quanto accaduto a Paganelli la notte del 3 ottobre. In particolare, saranno analizzate alcune lenti da lavoro e una maglietta: secondo gli inquirenti, la t-shirt ora prossima alle analisi sarebbe quella che Dassilva indossava la notte dell'omicidio.

Per quanto riguarda il filmato, invece, per la difesa del 34enne la persona ripresa non sarebbe compatibile con l'unico indagato. Si tratterebbe di un'altra persona, almeno stando a quanto da loro sostenuto in aula: secondo gli avvocati, non combaciano l'aspetto e l'altezza dell'individuo ripreso, mentre non sono dello stesso avviso gli inquirenti, che riconoscono nella persona dalla pelle nera inquadrata dalla telecamera proprio Dassilva.

A Fanpage.it, l'avvocato difensore del 34enne, il legale Riario Fabbri, ha fatto sapere di essere in attesa di leggere le motivazioni dietro la decisione del Riesame. "Attendiamo di sapere cosa ha motivato la decisione di lasciare Dassilva in carcere – ha spiegato -. Il verdetto non ci è ancora stato notificato, ma ora come ora per capire il da farsi sono fondamentali le motivazioni dietro la decisione. Non ho ancora parlato con il mio assistito, avremmo modo di discuterne nei prossimi gironi".

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