Omicidio Pierina Paganelli, per gli inquirenti il killer fuggì in ascensore dopo il delitto
Continua l'indagine per individuare chi possa aver ucciso a coltellate Pierina Paganelli, la 78ennemorta nel garage condominiale della palazzina nella quale viveva a Rimini. Sembra ancora lontana la svolta per mettere un punto alla fase di indagine, ma gli inquirenti continuano a concentrare l'attenzione sullo stabile di via del Ciclamino e sulla cerchia familiare della donna. I principali "sospettati", seppur non indagati, sono Manuela Bianchi, la nuora che per prima ha lanciato l'allarme alle forze dell'ordine, il fratello Loris Bianchi e i due vicini di casa, i coniugi Louis Dassilva e Valeria Bartolucci, tutti inquilini al terzo piano dello stabile.
Secondo quanto dichiarato da un inquilino del palazzo ai microfoni di Mattino Cinque, proprio Bartolucci e Dassilva avrebbero avuto accesso anche a un secondo box nel garage condominiale per concessione di un'amica della coppia. Bartolucci, infatti, avrebbe infatti le chiavi del secondo box auto appartenente all'amica che però, fino a poco dopo il delitto, non viveva nel condominio. Secondo lo stesso testimone, rimasto anonimo, la donna avrebbe avuto le chiavi anche dell'appartamento dell'amica e nessuno di quei due luoghi sarebbe stato controllato dalle forze dell'ordine dopo aver formulato la lista dei primi sospettati.
Per quanto riguarda il movente del delitto, gli inquirenti continuano a brancolare nel buio. L'ipotesi di chi indaga è che chiunque abbia ucciso Pierina Paganelli, lo abbia fatto in seguito agli sconvolgimenti avvenuti nella comunità dei Testimoni di Geova dopo aver saputo della relazione extraconiugale tra Manuela Bianchi e Louis Dassilva.
Secondo i Ris che più volte hanno effettuato accertamenti nella palazzina, il killer potrebbe aver preso l'ascensore dopo aver ucciso l'anziana, forse per rifugiarsi in uno degli appartamenti dello stabile. Secondo quanto verificato, per raggiungere in ascensore il terzo piano, lì dove vivono i principali "sospettati" ci vorrebbero circa 25 secondi. Un tempo irrisorio che, secondo gli inquirenti, potrebbe coincidere con le tempistiche registrate dalla telecamera di videosorveglianza di uno dei box auto. La videocamera in questione, però, non è mai riuscita ad inquadrare il volto della persona che avrebbe aggredito Pierina.