Omicidio Pierina Paganelli, parla la figlia: “Uccisa da un vigliacco, ha aggredito al buio un’anziana”
È passato quasi un anno dall’omicidio a Rimini di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a coltellate nel garage del condominio in cui viveva in via del Ciclamino. Unico indagato per il delitto, in carcere dallo scorso luglio, è Louis Dassilva, vicino di casa della vittima e fin dall’inizio della storia al centro delle cronache per la sua relazione clandestina con la nuora di Pierina, Manuela Bianchi.
Se Manuela Bianchi col fratello Loris e i vicini di casa Dassilva e la moglie Valeria Bartolucci hanno spesso parlato con i giornalisti in questi mesi, sono rimasti più in disparte i figli di Pierina. Che oggi però hanno deciso di parlare. "Voglio che la persona che ha tolto la luce dagli occhi di mia madre ne risponda alla Giustizia. Ha agito come un vigliacco aggredendo al buio una donna anziana che non ha potuto difendersi", le parole affidate all’ANSA di Chiara Saponi, figlia di Pierina.
La figlia di Pierina: "Soffro quando parlano male di nostra madre"
"Quello che mi fa più soffrire è quando parlano male di nostra madre che non si può più difendere", ha aggiunto invitando appunto a non parlare male della 78enne barbaramente uccisa sotto casa nell'ottobre scorso. "Non parlate male di mia mamma, è una stretta al cuore ancora più forte". "Mi domando a questo punto – continua Chiara – si può arrivare ad uccidere una donna di quasi 80 anni, una signora che si preoccupava per il figlio e per come andava in famiglia? Mia mamma era una donna a cui piaceva mettere le cose in chiaro, nel senso che a lei non bastava sentire una sola campana come per la maggior parte delle persone. Quando c'era un problema lei voleva sentire le due versioni, poi se c'era qualcosa lo faceva altrimenti diceva ‘ok fate voi’. Falla passare come una pettegola, come un'impicciona nella vita di coppia dei figli è ingiusto".
Secondo gli investigatori, Dassilva avrebbe ucciso Pierina Paganelli perché questa aveva scoperto la relazione tra lui e la nuora Manuela. Chiara Saponi ha parlato anche di chi ha descritto lei e il fratello Giacomo, rimasti appunto lontani dalle tv in questi mesi, "come i fratelli indifferenti". "Li abbiamo sentiti i commenti del tipo ma ‘chissà perché non parlano cosa hanno da nascondere', se parliamo ci dicono eccoli ‘adesso prendono in giro anche loro', se mostriamo il nostro dolore, sembriamo esagerati, se non lo facciamo e stiamo zitti ci dicono che non abbiamo cuore. Insomma come facciamo facciamo male, ma noi siamo le vittime di tutta questa vicenda che ci ha tolto la mamma in maniera crudele".
"Per noi figli mesi strazianti, ma istituzioni sempre vicine"
Giacomo Saponi ha aggiunto di aver sentito vicine le istituzioni in questi mesi. "Gli investigatori e la Procura in questi mesi hanno lavorato senza sosta, senza fiato, a testa basta fin da subito. E per noi figli è stato importante saperlo". "Siamo stati sempre fiduciosi nei confronti degli inquirenti", ha aggiunto. "Noi eravamo molto fiduciosi. Ma in televisione, passavano i mesi e vedevamo sempre persone arrivare a conclusioni sbagliate, li sentivamo dire ‘i poliziotti brancolano nel buio', oppure ‘è stato il vicino con i fiori' quando nei vari nei programmi tv era emersa la falsa pista di quel signore anziano che per ringraziare aveva mandato dei fiori alla mamma, quasi ad insinuare cose diverse dalla realtà". "In tutti questi mesi strazianti, le istituzioni le abbiamo sempre sentite vicine, loro rappresentano la mamma e sono dalla parte della mamma e ci hanno sempre detto di volere solo una cosa, fare giustizia per nostra madre".
"Contro Louis Dassilva una pluralità di gravi indizi"
Con una nota gli avvocati dei figli di Pierina, Marco e Monica Lunedei, hanno parlato anche le indagini che hanno portato in carcere Louis Dassilva. "Le gravi affermazioni che abbiamo ascoltato nei giorni immediatamente successivi alla conferma della custodia in carcere dell'indagato da parte del Tribunale del Riesame, impongono alcuni chiarimenti: l'applicazione della misura cautelare è stata preceduta da mesi di attività d'indagine che hanno fatto emergere a carico di Louis Dassilva non uno, ma una pluralità di gravi indizi di colpevolezza, i quali, unitamente alla sussistenza delle esigenze cautelari, hanno giustificato l'applicazione (e il mantenimento) della custodia inframuraria”, la nota dei legali.
E ancora, scrivono gli avvocati: "Le indagini poste in essere dalla Procura della Repubblica, che peraltro conosciamo solo in parte, perché a tutt'oggi in corso sono state precise, accurate e prudenti: veicolare il messaggio che sulla base di risultanze superficiali (quali un ‘fotogramma sfocato') un qualunque cittadino possa ritrovarsi privato della libertà personale non rende giustizia né alle personalità coinvolte in questo procedimento né alle istituzioni di questa Repubblica. Salvi ed impregiudicati il principio di non colpevolezza ed il diritto di difesa, riteniamo che essi debbano trovare espressione in conformità alla Legge nelle sedi adeguate, e non nelle piattaforme di comunicazione attraverso proclami inesatti e parziali (in tutte le accezioni del termine) in assenza di contraddittorio".