Omicidio Pierina, attesa per la decisione sulla scarcerazione Dassilva: la difesa punta su Manuela Bianchi

Si deciderà tra domani, venerdì 11 aprile, e lunedì 14 sulla richiesta di scarcerazione di Louis Dassilva, il 35enne indagato per l'omicidio di Pierina Paganelli, l'anziana uccisa a coltellate il 3 ottobre 2023 nel garage del comprensorio di via del Ciclamino a Rimini.
Sia l'accusa che la difesa hanno presentato delle memorie a favore e contro il provvedimento. Da un lato il sostituto procuratore Daniele Paci ha chiesto di respingere la richiesta di scarcerazione dell'uomo detenuto dallo scorso luglio nel carcere di Rimini. Secondo la Procura, permangono "gravi indizi" a carico dell’indagato, rafforzati dalle dichiarazioni di Manuela Bianchi, amante di Dassilva e nuora della vittima, al momento indagata per favoreggiamento, la cui credibilità sarebbe "ulteriormente rafforzata" dal rifiuto dell’uomo di confrontarsi con lei.
Anche gli avvocati di Dassilva hanno presentato una memoria di 161 pagine in cui – come ha spiegato il legale Riario Fabbri a Fanpage.it – "abbiamo evidenziato tutti i motivi per cui il 35enne deve essere scarcerato. Io ho già preso posizione nella memoria fatta, ho toccato tutti i punti insieme al collega Guidi. La memoria è solo ed esclusivamente sulla figura di Manuela Bianchi e quindi sulla sua attendibilità o meno. Prima avevamo già presentato istanza di scarcerazione nella quale avevamo parlato della prova della telecamera della farmacia di via del Ciclamino (la famosa cam3, ndr), del Dna, del fatto che molti indizi sono caduti nel corso delle indagine. Pertanto non riteniamo debba rimanere ancora in carcere, il quadro indiziario è mutato".
La decisione definitiva spetta ora al gip Vinicio Cantarini e arriverà tra domani e lunedì prossimo. Ad auspicare il rigetto della richiesta di scarcerazione è anche Davide Barzan, consulente e criminalista che difende Manuela Bianchi e che non solo ha affermato che per la decisione "sarà determinante la valutazione sul colore della pelle" registrato dalla cam3 ma ha richiamato l'attenzione sulle "condotte di depistaggio poste in essere dall'indagato successivamente al delitto che rafforzano gli indizi a carico dell'indagato".