Omicidio Paolo Stasi, attirato con l’inganno sull’uscio di casa e ucciso: l’ipotesi degli inquirenti
Paolo Stasi potrebbe essere stato attirato sull'uscio di casa con un inganno e ucciso lo scorso 9 novembre a Francavilla Fontana (Brindisi). È questa l'ipotesi a cui, secondo Il Corriere del Mezzogiorno, starebbero lavorando gli inquirenti che lavorano al caso relativo alla morte del 18enne, ancora avvolta dal mistero.
Paolo era probabilmente sicuro di trovarvi una persona conosciuta e di cui si fidava, invece di fronte a lui c'era il killer che gli ha sparato due colpi di pistola di piccolo calibro, di cui uno mortale.
Uno dei due giovani, fermati nei giorni scorsi per un possibile coinvolgimento nel delitto, è stato anche sottoposto a test antropometrici. Gli esperti hanno comparato, secondo una tecnica molto diffusa di informatica forense, le misure del corpo del sospettato con le figure registrate nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza diffuse attorno a via Occhibianchi, la strada dove si trova l'abitazione della famiglia Stasi per confermare o meno l'identità dell'indagato.
Nel registro degli indagati infatti sono finiti nei giorni scorsi un 19enne, che sarebbe l’autore materiale del delitto, e un 17enne che lo avrebbe accompagnato in motorino e poi atteso dopo l’agguato e per il quale procede la Procura dei minori di Lecce. L'accusa per loro è di omicidio volontario aggravato da futili motivi e da premeditazione.
Per arrivare a loro, gli investigatori per settimane hanno lavorato a ritmo serrato su quei pochi fotogrammi e sui contatti che la vittima ha avuto nei giorni precedenti l’omicidio.
La madre di Paolo conoscerebbe anche il maggiore degli indagati perché frequentava casa loro, chiamandolo però "feccia umana" commentando un post su Facebook prima ancora che il ragazzo venisse iscritto nel registro degli indagati. Ma la verità su cosa sia successo la sera del 9 novembre scorso al 18enne resta ignota.