Omicidio Panzieri, il killer Michael Alessandrini: “L’ho ucciso perché ero innamorato di lui”
"Ho ucciso Pierpaolo Panzieri perché ero innamorato di lui" Michael Alessandrini, il 30enne reo confesso dell’omicidio avvenuto esattamente un anno fa a Pesaro, nel giorno dell’interrogatorio davanti al gup di Pesaro Giacomo Gasparini, ha provato a spiegare le motivazioni che lo hanno spinto ad aggredire con numerose coltellate quello che considerava il suo miglior amico.
Un delitto "passionale", dunque, niente più deliri mistici. "Ero innamorato di lui" ha detto, appunto, l'imputato gup Giacomo Gasparini rilasciando delle dichiarazioni spontanee poi ribadite nel corso dell’interrogatorio. Alessandrini risponde del reato di omicidio volontario pluriaggravato dalla crudeltà (23 coltellate), dai futili motivi e dalla premeditazione.
"Questo significa che a parere nostro decadono le aggravanti, ed avendo presentato già domanda per il rito abbreviato ci aspettiamo che il dibattimento avvenga con questa formula". Sono le parole dell’avvocato difensore Salvatore Asole.
In sostanza quella sera, Alessandrini avrebbe provato a farsi avanti con l’amico e, sentendosi rifiutato, l’ha aggredito uccidendolo con il coltello che aveva con sé. Coltello che "non aveva da quella sera, ma da diversi giorni, da quando era stato aggredito e rapinato a Milano".
Sempre da quell'episodio, il trentenne non aveva con sé i documenti, che gli erano stati portati via. "Ecco perché aveva il passaporto" spiega l'avvocato.
Per i legali di Alessandrini, dunque "potrebbe essere esclusa la premeditazione, perché si è trattato di un impeto del momento". Presenti all’interrogatorio anche il pm Silvia Cecchi e gli avvocati della parte civile, Paolo Biancofiore e Fabio Anselmo.