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News sulla morte di Pamela Mastropietro

Omicidio Pamela, parla la compagna di Oseghale: “È il padre di mia figlia, gli credo”

La 35enne italiana, la cui testimonianza è stata fondamentale per identificare gli altri presenti in casa di Oseghale, difende il 29enne Nigeriano con il quale ha avuto un figlia che ha un anno.
A cura di Antonio Palma
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"Io ho fiducia in Innocent e credo che abbia detto la verità quando dice di non essere stato lui. Lui con la morte della ragazza non c’entra. In quella casa con lui potevano esserci anche altre persone", così la compagna italiana di Innocent Oseghale difende il nigeriano di 29 anni accusato di essere tra i protagonisti del macabro assassino di Pamela Mastropietro, la 18enne romana trovata fatta a pezzi in valigia a Pollenza, in provincia di Macerata. Come riporta Il settimanale Giallo, che ha parlato con un suo amico, tale Simone conoscente anche di Innocent, la donna chiede di verificare chi c'era in casa del suo fidanzato al momento dei fatti e il ruolo delle altre persone che lo hanno incontrato in quella drammatica giornata.

"Se la prendono solo con Innocent, ma non capisco perché non chiariscano anche il ruolo della persona che lo ha accompagnato in auto con due valigie. Questa persona non si è posta delle domande quando ha visto Innocent lasciare quei trolley sul ciglio della strada?", si è chiesta la donna interrogandosi anche sul commerciante che ha venduto la candeggina usata poi per lavare il cadavere della giovane uccisa: "Chi ha venduto tutti quei litri di candeggina non si è chiesto a cosa potevano servire?"

Sempre secondo l'amico della coppia, la donna, madre di una bimba di 11 mesi avuta proprio da Innocent, sarebbe stata una delle testimoni chiave per poter identificare gli altri presenti in casa con Oseghale. Sentita dagli inquirenti, infatti, sarebbe stata lei a riferire che il giorno del delitto aveva fatto una videochiamata a Innocent, scoprendo che si trovava in casa sua in via Spalato con Lucky Desmond e Awelima Lucky, anche loro accusati dell’omicidio della diciottenne romana. "Sul telefonino vedevo solo il volto di Innocent ma sentivo distintamente la voce di altri due. Non posso credere che Innocent abbia potuto fare una cosa così tremenda, ma lui quel pomeriggio era con altri due nigeriani" ha spiegato.

Il suo racconto sarebbe stato fondamentale per identificare poi gli altrui due arrestati, uno dei quali pronto alla fuga. La 35enne, che ora si trova in una struttura d’accoglienza nelle Marche, avrebbe rivelato anche che i tre sembravano tranquilli durante la video chiamata per questo quando ha saputo dell’arresto di Innocent, mentre era su un mezzo pubblico, si è sentita male. Il suo uomo ora è accusato con gli altri di concorso in omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere .

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