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Omicidio di Pamela Mastropietro

Omicidio Pamela Mastropietro, la Cassazione rigetta il ricorso di Oseghale e conferma l’ergastolo

Dopo quasi 7 anni dal brutale omicidio d Pamela Mastropietro la Cassazione si è pronunciata per la terza volta, rigettando il ricorso presentato da Innocent Oseghale.
A cura di Simona Berterame
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Nessun nuovo processo per l’omicidio di Pamela Mastropietro. Così ha deciso la Corte di Cassazione, respingendo il ricorso presentato dagli avvocati di Innocent Oseghale, unico condannato per aver ucciso, fatto a pezzi e violentato la 18enne.

Gli ermellini si sono riuniti ieri in camera di consiglio, dopo aver ascoltato gli avvocati della difesa, dell'accusa e il procuratore generale. I legali dell'imputato avevano presentato un ricorso per contestare ancora una volta l'accusa di violenza sessuale e cercare così di evitare la condanna all'ergastolo. E invece i giudici hanno ritenuto che non ci fossero errori nella sentenza impugnata (la Cassazione bis) e hanno perciò confermato quel verdetto.

"Sentenza giusta, spero sia definitiva stavolta anche se nessuno mi riporterà mia figlia" ha commentato la mamma della ragazza Alessandra Verni che ieri aveva definito questa terza Cassazione come "una violenza per la sua famiglia".

La vicenda

Pamela Mastropietro era una ragazza romana di appena 18 anni. Dal alcuni mesi viveva nella comunità di recupero comunità Pars a Corridonia (Macerata) per curare i suoi problemi psichiatrici. Il 29 gennaio 2018 Pamela è fuggita dal centro grazie anche ad un passaggio offerto da un uomo. Quella notte Pamela venne ospitata a casa da un'altra persona, un tassista.

Entrambi saranno poi indagati con l'accusa di aver avuto rapporti sessuali con la diciottenne approfittando del suo “evidente stato di difficoltà” e di “minorata difesa“ ma le loro posizioni vennero archiviate. Il giorno seguente Pamela ha incontrato Innocent Oseghale presso gli ormai noti giardini Diaz, piazza di spaccio di  Macerata.

L'ingresso nell'appartamento di quell'uomo, un nigeriano di 30 anni, segnerà la fine della vita della giovane. Secondo i giudici, Oseghale avrebbe convinto Pamela a seguirla nel suo appartamento in cambio di una dose di eroina.

Una volta all'interno l'avrebbe prima violentata, poi uccisa e fatta a pezzi. Il suo corpo barbaramente scempiato è stato messo poi all'interno di due valige che Oseghale abbandonerà in una strada alla periferia di Pollenza.

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