Palma di Montechiaro, uccide un uomo in piazza, il killer reo confesso: “Una vecchia storia di mafia”
Una "vecchia faida di mafia". Ci sarebbe questo alla base dell'omicidio avvenuto nella serata di ieri, 10 febbraio, avvenuto nel centro di Palma di Montechiaro, nei pressi di Agrigento. Lillo Saito, commerciante e proprietario del locale Gelati Gattopardo, sarebbe stato ucciso in un agguato mentre attendeva qualcuno per un appuntamento all'interno della sua auto. Il killer si è presentato davanti alle forze dell'ordine, confessando subito l'omicidio e il tentato omicidio dei propri genitori.
Ha risposto da subito alle domande degli inquirenti, raccontando lui per primo la dinamica dei fatti. Così come confermato dalle forze dell'ordine, il killer avrebbe prima raggiunto Saito per ucciderlo e poi si sarebbe recato a casa dei propri genitori, ferendoli di striscio con la stessa arma da fuoco. Non sono ancora state rese note le informazioni sul movente che ha spinto il killer al tentato omicidio della sua stessa famiglia.
Dopo il delitto, l'uomo ha raccontato quanto accaduto alla moglie che lo ha convinto a costituirsi. Si è presentato in questura per raccontare l'intera dinamica dei fatti: con una pisttola Beretta 92 FS con matricola abrasa ha sparato in tutto 15 colpi: tre per finire ferire i genitori e tutti gli altri esplosi a raffica per uccidere la sua vittima. La salma di Saito è stata trasportata nella serata di ieri alla camera mortuaria dell'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
Il fascicolo sull'omicidio e il duplice tentato omicidio resta al momento alla Procura della Repubblica di Agrigento. Il killer ha spiegato ai carabinieri di Agrigento di aver agito per vecchie faide legate ai "paracchi" di Palma di Montechiaro. La storia però resta da verificare: secondo l'omicida, il movente è strettamente collegato alla "terza mafia siciliana" nata negli anni Novanta e ancora esistente a Palma di Montechiaro e Favara. Se la versione dei fatti sarà confermata, il fascicolo passerà alla dda di Palermo.
Nel frattempo, l'indagato ha trascorso la prima notte in cella nella casa circondariale Pasquale di Lorenzo di Agrigento.