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Omicidio di Nada Cella

Omicidio Nada Cella, domani l’udienza preliminare. L’avvocata: “Comunque vada, ora sappiamo la verità”

Il 15 febbraio si terrà l’udienza preliminare in cui verrà deciso se mandare a processo Annalucia Cecere, accusata dell’omicidio di Nada Cella. “Noi speriamo di ottenere un rinvio a giudizio. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo”, ha detto a Fanpage.it l’avvocata Sabrina Franzone, legale della mamma della segretaria uccisa il 6 maggio 1996 a Chiavari.
A cura di Eleonora Panseri
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“Noi speriamo solo di riuscire a ottenere un rinvio a giudizio. C'è la richiesta corposissima della pubblico ministero e stiamo preparando le costituzioni di parte civile. Siamo ovviamente un passo indietro rispetto al pm, anche rispetto alla conoscenza approfondita degli atti. Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto prima".

L'avvocata Sabrina Franzone, legale della mamma di Nada Cella, Silvana, commenta così a Fanpage.it l'udienza preliminare che si terrà domani, giovedì 15 febbraio. La giudice Angela Maria Nutini sarà chiamata a decidere se accettare o meno la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Genova per Annalucia Cecere, accusata di aver ucciso la segretaria 24enne del commercialista Marco Soracco il 6 maggio 1996 a Chiavari.

Il corpo venne ritrovato proprio nello studio dove lavorava la ragazza e dove si sarebbe consumato anche il delitto. Anche per Soracco e sua madre, Marisa Bacchioni, è stato chiesto il processo: dovranno rispondere di false dichiarazioni al pubblico ministero e favoreggiamento. Secondo l'accusa, avrebbero mentito nel corso dei numerosi interrogatori.

Avvocata Franzone, cosa vi aspettate da quest'udienza?

Confidiamo nel rinvio a giudizio e che questo processo venga celebrato. Gli elementi raccolti dal Pubblico Ministero, nel corso di un’indagine capillare, condotta con metodi “tradizionali”, hanno composto e definito un quadro rimasto sospeso e incerto per più di vent’anni, ma che oggi ci ha restituito la verità. Il lavoro della Procura è stato immane ed è stata raccolta e ricomposta una quantità di elementi impressionante.

Si è parlato tanto di indizi e di prove, cercando di sconfessare l'importanza dei primi, ma in questo processo non è così banale, né così possibile ridurre l’importanza della moltitudine di indizi, tutti univoci, precisi e concordanti che è stato possibile, con grande fatica, mettere insieme. Tra tutto ciò che era già presente negli atti e tutto ciò che è emerso successivamente è stato possibile chiudere il cerchio.

Nada Cella
Nada Cella

Dobbiamo dare atto a una Procura e a una Polizia Giudiziaria che hanno lavorato con una determinazione e un impegno straordinari e che ci ha molto colpito. Ci voleva poco per archiviare tutto; in tanti l'avrebbero fatto, serviva qualcuno che avesse queste caparbietà e abnegazione. Noi eravamo mossi da una volontà diversa, ma avevamo anche strumenti limitati. Da soli non saremmo andati da nessuna parte e sarebbe bastato un niente per far crollare tutto di nuovo. Invece lo straordinario lavoro iniziato dalla dott.ssa Antonella Pesce Delfino è stato raccolto ed implementato dalla Procura sino a motivare la richiesta di rinvio a giudizio che da conto della grande quantità di elementi raccolti.

Ora il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere se quel materiale probatorio giustifichi la celebrazione di un processo e gli imputati debbano essere rinviati a giudizio e rispondere dinanzi la Corte d’Assise. Ho fiducia che il Gip a fronte non solo delle 90 pagine della richiesta di rinvio del PM, ma soprattutto dell’intero fascicolo depositato, ritenga la celebrazione del processo assolutamente necessaria. Diversamente, qualora dovesse giudicare il quadro probatorio insufficiente, dovrà emettere una sentenza e motivare le ragioni del non luogo procedere. Epilogo dell’udienza preliminare possibile, ma che nel nostro caso non ritengo credibile.

Come sta la signora Silvana (la mamma di Nada Cella, ndr)?

È molto agitata, ma c'è una cosa che mi rincuora. Lei dice sempre: ‘Sabrina, vada come vada, non importa, io adesso ho tutte le risposte'. E mi fa una tenerezza infinita, ultimamente non è stata benissimo, ma ha una forza incredibile. Lei per più di 20 anni ha vissuto senza sapere né chi, né perché Nada fosse stata uccisa, ma ha sempre creduto che prima o poi ce l’avrebbe fatta. Forse non riusciremo mai a capire davvero perché, ma ora sappiamo chi e questo è già tanto.

La mamma di Nada Cella, la signora Silvana, durante una puntata di 'Chi l'ha Visto?' del 2021
La mamma di Nada Cella, la signora Silvana, durante una puntata di ‘Chi l'ha Visto?' del 2021

C'è anche chi si è chiesto qual è il senso di riaprire questi casi… dovrebbero avere il coraggio di dirlo ai genitori delle vittime e spiegare loro che il dolore dopo un po' è scaduto e che non importa più scoprire chi è il colpevole. Purtroppo noi, invece, abbiamo ricevuto molti messaggi di solidarietà e sfogo di quei genitori che hanno perso i figli di cui in molti si sono dimenticati e che, invece, darebbero tutto pur di sapere la verità.

La signora Silvana ha tenuto duro per questo, non ha mai voluto che si spegnesse la luce su Nada. È una donna particolare, mai sopra le righe e con una dignità incredibile. Per anni la famiglia è stata convinta che fosse stato Soracco. E invece non è così. Qualunque cosa accada domani, noi sappiamo com'è andata. Il processo serve per un senso di giustizia, utile anche a tutto il Paese. Ma noi ora sappiamo e nessuno potrà entrare nella testa e nel cuore della signora Silvana e toglierle questo. Succederà quello che succederà, tutto quello che si poteva fare è stato fatto. La signora Silvana, la magistratura e la polizia non hanno mai mollato.

Marco Soracco (Foto Facebook)
Marco Soracco (Foto Facebook)

A proposito di come sono state gestite le indagini in passato, lei cosa pensa?

Non posso e non voglio credere a un errore voluto, anche se a tratti è difficile. È vero che c'erano strumenti diversi e sensibilità diverse acquisiti dalla polizia giudiziaria in un secondo tempo. All’epoca le indagini erano state condotte principalmente dalla Polizia ed erano orientate su Soracco e quando i Carabinieri ritrovarono i bottoni a casa della Cecere, di quel ritrovamento la Polizia non fu messa a conoscenza e non ha quindi potuto, in allora, elaborare o integrare quelle informazioni.

Dopodiché, dopo cinque giorni, dall'iscrizione del nome di Cecere nel registro, hanno archiviato l'indagine. Una cosa incredibile. Ma a quel punto, anche quando nei mesi successivi è arrivata la lunga telefonata anonima fatta alla madre di Soracco in cui la testimone diceva di aver visto Cecere la mattina del delitto sporca di sangue, è stata accantonata come “non rilevante” in quanto già archiviata….certo, a sentirla ora quella telefonata, è scioccante.

Annalucia Cecere
Annalucia Cecere

Il convincimento iniziale che fosse stato Soracco ha probabilmente impedito di vedere che c'era molto altro che andava indagato, ma il più grande rimprovero che faccio a chi all'epoca ha condotto le indagini è di non aver rivisto tutto il materiale quando è stata archiviata anche l’indagine su Soracco. Non si può dire che non ci abbiano lavorato, ma già allora c’era l’evidenza della responsabilità della Cecere e non posso non domandarmi come sia stato possibile non rendersene conto.

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