Omicidio Nada Cella, chiuse le indagini: “Uccisa da Annalucia Cecere con crudeltà e per futili motivi”
La Procura di Genova ha chiuso le indagini per l'omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria, all'epoca 24enne, massacrata nel 1996 nello studio del commercialista dove lavorava a Chiavari, e va avanti. L'avviso è stato notificato all'unica indagata Annalucia Cecere, che gli inquirenti sono convinti sia l'assassina anche senza la prova del Dna. A lei la stessa Procura ha contestato le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi ma non della premeditazione.
La donna, oggi 59enne, assistita dall'avvocato Giovanni Roffo, ha ora 20 giorni di tempo per farsi eventualmente interrogare. A fare riaprire il cold case era stata la determinazione della criminologa Antonella Pesce Delfino, insieme all'avvocata Sabrina Franzone, che ha riletto gli atti della vecchia indagine scoprendo particolari sottovalutati.
Tra gli elementi non presi inizialmente in considerazione anche la testimonianza di una donna che aveva detto di avere visto, la mattina del delitto, la Cecere sotto lo studio di Soracco mentre andava via sul suo motorino. Per gli investigatori, coordinati dal procuratore Francesco Pinto e dal sostituto Gabriella Dotto, sul veicolo potrebbero esserci dunque ancora possibili tracce nel caso in cui l'ex insegnante avesse ucciso Cella.
Per gli inquirenti Cecere, trasferitasi da tempo a Boves in provincia di Cuneo, avrebbe ucciso per gelosia nei confronti di Soracco, che a sua volta avrebbe avuto un interessamento per la segretaria, e per prendere il suo posto di lavoro. Tra gli elementi al vaglio anche alcuni bottoni trovati all'epoca in casa dell'indagata uguali a uno trovato sotto il corpo della segretaria.
A ricevere l'avviso di conclusione indagini è stato anche lo stesso Marco Soracco oltre all'anziana madre di quest'ultimo Marisa Bacchioni. A loro due vengono contestate non solo le false dichiarazioni al pubblico ministero ma anche, per la prima volta, il favoreggiamento.