Caso Meredith, Sollecito cambia versione: “La sera del delitto ero a casa mia”
A sette anni dall’omicidio di Perugia, Raffaele Sollecito sembra davvero pronto a cambiare versione dopo sette anni. "La sera del delitto io ero a casa mia. Niente altro è sicuro". E' questa la nuova versione fornita da Raffaele Sollecito, condannato a 25 anni per il caso Meredith. Quelle che inizialmente sembravano solo indiscrezioni di stampa, stanno acquisendo attendibilità giorno dopo giorno. Perché questo atteggiamento? Il ragazzo pugliese starebbe cercando di separare la sua vicenda processuale da quella di Amanda Knox. Questa, come riporta anche il Corriere della Sera, sarebbe la strategia difensiva di Sollecito, ritenuto colpevole dalla Corte di Assise di Appello di Firenze dell’omicidio della studentessa inglese, avvenuto nel 2007, insieme alla sua ex fidanzata.
Sollecito ora pensa solo a sé stesso
“Fra i numerosi vizi che il procedimento impugnato presenta – scrivono i legali – balza agli occhi quello legato alla ritenuta impossibilità di differenziare le posizioni degli imputati”. “Sul punto – scrivono i legali – la Corte di rinvio ha negato qualsiasi approfondimento dei ruoli individuali – indagine pur sollecitata dalla difesa – evitando di assumere qualsiasi posizione in ordine alle alternative ipotesi costruttive”. La Corte di Firenze ha infatti affermato che “non vi è spazio alcuno per una qualsivoglia differenziazione delle responsabilità penali che, altrimenti si fonderebbe su petizioni di principio indimostrate”.
I legali: "Sul coltello è stato trovato il dna di Amanda"
Gli avvocati di Sollecito fanno anche riferimento al memoriale della Knox che di fatto non poneva Raffaele al centro degli eventi: “Stando al contenuto del memoriale, nel quale Amanda Knox aveva parlato al singolare a proposito degli accadimenti di via della Pergola, l’americana ha posto soltanto se stessa sul luogo del delitto al momento dell’urlo”. A sostegno di Sollecito anche dati oggettivi su cui la difesa del ragazzo fa affidamento: “Sul coltello e sulla lama è stato trovato solo Dna di Amanda e non sono state repertate ed esaltate al luminol tracce miste Sollecito e Kercher all’interno della casa”.