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L'omicidio Meredith Kercher

Omicidio Meredith Kercher: Rudy Guede torna in aula per la revisione del processo

A poco più di nove anni dal delitto di Perugia, il caso dell’omicidio di Meredith Kercher torna in un’aula di giustizia. Domani la Corte d’appello di Firenze comincerà a esaminare la richiesta di revisione del processo avanzata da Rudy Guede, unico condannato per il delitto.
A cura di Susanna Picone
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Rudy Hermann Guede, l’ivoriano condannato in via definitiva in concorso per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher – omicidio avvenuto a Perugia il primo novembre 2007 – torna in aula martedì 20 dicembre, quando la Corte d'appello di Firenze esaminerà l'istanza presentata dai suoi legali per chiedere la revisione del processo al termine del quale è stato condannato a sedici anni di reclusione. Per gli avvocati di Guede ci sarebbe un contrasto con la sentenza che ha definitivamente assolto gli altri due “protagonisti” del caso Meredith: l’italiano Raffaele Sollecito e l’americana Amanda Knox. Quella di domani sarà un’udienza probabilmente strettamente tecnica, che arriva a poco più di nove anni dal giorno dell’omicidio di Perugia della ragazza inglese. L’istanza di revisione verrà trattata in camera di consiglio, cioè solo alla presenza delle parti interessate. È probabile che nell'udienza vengano tratte questioni procedurali relative all'eventuale acquisizione di documenti. La decisione sulla richiesta di revisione del processo potrebbe invece slittare a gennaio 2017.

Guede ha negato di essere responsabile della morte di Meredith – L'ivoriano, attualmente detenuto a Viterbo, ha sempre ammesso la sua presenza nella casa del delitto di Perugia negando però di essere responsabile della morte della studentessa inglese. L'udienza si terrà a porte chiuse per l'originaria scelta di Guede di essere giudicato con rito abbreviato. Né pubblico né giornalisti potranno entrare in aula. Guede, ha fatto sapere nei giorni scorsi il suo portavoce Daniele Camilli, ha scelto invece di essere presente. “Siamo fermamente convinti delle nostre buone ragioni – ha dichiarato ancora Camilli – ma dobbiamo riconoscere che il compito ora affidato alla Corte d'Appello è estremamente delicato. E non possiamo ignorare che una giovane ragazza perse la vita in circostanze drammatiche. Dobbiamo perciò improntare la difesa ai criteri di rigore e di compostezza, nel rispetto del ruolo della Corte d'Appello e di tutte le altre parti coinvolte nel procedimento”.

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