Omicidio Mattia Caruso, la legale della famiglia: “Valentina Boscaro deve ancora dire la verità”
Sono ancora da chiarire con esattezza le dinamiche della morte di Mattia Caruso, il 30enne di origini siciliane ucciso a Padova dalla fidanzata Valentina Boscaro, 31 anni.
La giovane ha confessato il delitto solo dopo aver fornito una storia inventata: agli agenti aveva detto che Mattia era stato aggredito da un uomo incappucciato all'interno di un ristorante in seguito a una lite e che poi, dopo aver guidato per due chilometri e mezzo, si era accasciato a terra agonizzante per le ferite riportate.
Interrogata dagli inquirenti, la ragazza ha ammesso di aver accoltellato al cuore il compagno. "Era violento, non ce la facevo più" avrebbe raccontato il lacrime al pm, spiegando di aver reagito a "continui soprusi".
I dettagli però saranno accertati tramite ulteriori indagini da parte delle forze dell'ordine che hanno disposto il sequestro degli smartphone di Valentina e Mattia.
I tecnici della Procura dovranno controllare le memorie informatiche dei due dispositivi. In particolare si cercano elementi che aiutino a ricostruire la natura del rapporto tra i due fidanzati, già descritto come burrascoso.
Nel frattempo la 31enne resta agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nella sua casa di Montà. I genitori hanno ribadito che la giovane "non aveva intenzione di uccidere Caruso" e continuano a restarle accanto in attesa di aggiornamenti sulle indagini.
A questa versione dei fatti non crede la famiglia del 30enne, difesa dalla legale Francesca Betto. In un'intervista a Fanpage.it, ha affermato che Valentina Boscaro potrebbe aver fornito agli inquirenti un alibi e non la verità. "Quello che so io – ha raccontato Betto – è che non era lui a picchiare Boscaro. Era lei ad essere violenta nella relazione".
Siete convinti che Valentina Boscaro debba ancora dire tutta la verità?
È probabile. Dopo quattro giorni ha ritrattato una versione dei fatti iniziale non veritiera. C'erano troppe incongruenze che lasciavano delle perplessità nella famiglia e a un certo punto si è trovata alle strette. Se ha mentito prima, può mentire anche adesso.
Non credete alla versione dei fatti che vede Mattia Caruso come carnefice?
No, da quello che sappiamo non era lui che picchiava lei. La relazione era sicuramente tossica, ma era lei ad essere estremamente gelosa e violenta.
E alla legittima difesa?
Neppure. Sappiamo che ha inferto un colpo preciso al cuore di Mattia, non c'erano altri segni sui loro corpi. Quest'ipotesi, per quanto ci riguarda, è già ampiamente scartata.