Omicidio Matteuzzi: per i periti l’ex calciatore Giovanni Padovani può partecipare al processo
"È vigile e lucido ai colloqui, ha memoria integra e ragionamento". Per questo motivo Giovanni Padovani, 27enne calciatore dilettante in carcere per l'omicidio della ex compagna 56enne, Alessandra Matteuzzi, uccisa a colpi di martello e con una panchina sotto casa di lei a Bologna, può partecipare al processo per i fatti avvenuti lo scorso 23 agosto in via dell'Arcoveggio: a questa conclusione sono arrivati i periti nominati dai giudici, Pietro Pietrini, Giuseppe Sartori e Cristina Scarpazza, che hanno esaminato la documentazione giudiziaria, clinica e hanno avuto colloqui dell'imputato.
Il processo è cominciato all'inizio di maggio. L’accusa nei confronti di Padovani è di omicidio pluriaggravato da premeditazione, futili motivi, stalking e legame affettivo. Il 27enne non si è mai presentato in aula e il suo avvocato, Gabriele Bordoni, ha fatto richiesta alla Corte d’Assise di una perizia psichiatrica.
I legali di parte civile non si sono opposti e neppure la Procura, con il procuratore aggiunto Lucia Russo e il pm Francesca Rago. Parti civili sono anche il Comune di Bologna (avvocato Antonio Calastro) e le associazioni onlus Casa delle donne, Mondo donna, Udi (avvocato Rossella Mariuz), e Sos donna.
I periti dovranno essere ascoltati in udienza il 19 luglio e dall'esito dei riscontri dipenderà il futuro del processo sul femminicidio di Bologna. Padovani, secondo quanto dicono gli esperti, è risultato essere "vigile e lucido ai colloqui, con capacità di interlocuzione e di comprensione delle domande, memoria integra, buona capacità di ragionamento".
Sottoposto a un test di valutazione delle funzioni cognitive, è emerso che queste sono "efficienti come quelle di un soggetto medio".
Nel corso dell'interrogatorio dello scorso febbraio, davanti ai pm Lucia Russo, Domenico Ambrosino e Francesca Rago, l'indagato ha messo a verbale la ricostruzione dei fatti, ha parlato di una "relazione tossica” con “morbosità reciproche”, negando di essere “un persecutore". La legale Chiara Rinaldi, che si occupa della difesa della famiglia di Alessandra Matteuzzi, aveva sottolineato in un'intervista a Fanpage.it di non aver alcun dubbio sulle capacità di intendere e di volere dell'uomo.