Omicidio Matteuzzi, la madre del killer insulta Alessandra in un vocale: “Hai ragione, è il diavolo”
Si è tenuta ieri, lunedì 2 ottobre, la prima udienza del processo contro Giovanni Padovani, il giovane di 27 anni che il 23 agosto 2022 uccise l'ex compagna Alessandra Matteuzzi, 57 anni, a Bologna, colpendola con un martello. In aula è stata ascoltata la madre del 27enne, Virginia Centini. La donna ha provato a difendere il figlio, parlando anche di un tentativo di suicidio di Padovani per una relazione precedente a quella con Alessandra. Agli atti dell'inchiesta, però, è stato messo un messaggio vocale di Centini, nel quale la donna si scaglia con violenza contro la compagna del figlio. L'audio diffuso da Repubblica è pieno di insulti, tra i quali abbondano quelli sessisti, e risalirebbe a un mese esatto prima della morte di Alessandra.
"Ormai devi chiudere con questa qui, spero ti dia la tua roba. Tu stai calmo, non la chiamare adesso. Casomai aspetta che ti richiami lei, non lo so. Però te non la chiamare", dice la donna nel messaggio, probabilmente dopo l'ennesimo litigio tra il figlio e la compagna. E aggiunge: "Ma proprio questa dovevi andare a incontrare? Questa è il diavolo in persona, pensa che ci ha comprato, con le vestagliette a tua nonna, le camicette a me e i vestitini a te. Hai ragione, Giovanni".
Le parole di Centini durante l'interrogatorio
"Alessandra mi ha detto che aveva paura, che non voleva morire. Ma era un contesto particolare, di alti e bassi della loro storia d’amore, basata su una forte attrazione reciproca, ma da parte di due mondi incompatibili. Era impensabile per me che sarebbe finita così, con una tragedia così. Giovanni non è quella persona, non mi sarei mai immaginata”, ha detto invece in aula la madre di Padovani.
Centini ha risposto alle domande dell'avvocato di parte civile Antonio Petroncini, ripercorrendo la relazione del figlio con la donna uccisa a martellate e colpi di panchina sotto casa a Bologna, in via dell'Arcoveggio. "Io gli dicevo: ‘Giovanni lascia perdere, stai nel tuo'. Non trovava più pace, dopo che lui e Alessandra si erano lasciati ogni cinque minuti mi telefonava per vedere se l'avevo sentita o se sapevo se stava con altre persone – ha raccontato la donna -. Voleva che la chiamassi e cercassi di capire dai rumori intorno a lei, dove si trovava, ad esempio nel bar dei cinesi, e se era con qualcuno".
In aula sono stati letti alcuni messaggi che la vittima inviò alla madre di Padovani. Come quelli, del primo luglio 2022, quando Alessandra le scrisse: "Vivo nella paura. Con me non si sta comportando nel modo giusto e io vivo nel terrore di dire o fare qualcosa di sbagliato ogni minuto e ho paura che lui si arrabbi".
"Oggi è stata sentita la madre di Giovanni Padovani, massima comprensione umana per questa donna che è comunque la madre di un assassino, più difficile è il tentativo di dare una versione dei fatti che è smentita, in gran parte, dai messaggi che si scambiavano Padovani con la madre e la madre con la povera Alessandra. Ha fatto effetto rileggere questi messaggi in Aula in cui Alessandra urlava: ‘Ho paura', sperando forse di trovare nella madre di Padovani una sponda, un aiuto", ha commentato l'avvocato Petroncini al termine dell'udienza. "È emerso che la madre dell'imputato – ha concluso – quando riceveva un messaggio da Alessandra lo inoltrava direttamente al figlio, quindi umana comprensione ma anche molta serietà nel valutare i fatti".